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Super coniglio mediatico della dott.ssa Serra

4 febbraio 2014

Pensierini politicamente corretti e contorcimenti linguistici

 .

I care serrano

.

Il giorno 25 gennaio non era il giorno del Signore, ma a Curno è stato il giorno della Signora, cioè di colei che con baldanzosa determinazione signoreggia su Curno, impone nuove tasse, taglia i servizi, ma – a mo’ di risarcimento – molto si adopera perché niente sia risparmiato ai cittadini sul piano del politicamente corretto: per esempio, con il colpo di mano dell’adesione alla rete Ready, il paese viene consegnato alle “buone prassi” di un’associazione privata di attori Lgbt del territorio, ai quali si è voluto dare un ruolo “istituzionale”.
Sì, il giorno 25 gennaio l’ammiraglia della stampa orobica, l’Eco di Bergamo è uscita con un inserto “Speciale Curno” ricco di suggestioni serrane che, se analizzate nel dettaglio, comporterebbero da parte nostra un dispendio di energie e di tempo che in questo momento ci fanno difetto. Limitiamoci dunque a considerare un aspetto particolare che riteniamo illuminante. Vorrà dire che, come dice Virgilio, ex uno disces omnes: cioè, da una sola marachella ti farai un’idea di tutte le altre marachelle.
Parliamo dunque del progetto I care, che sarà “condiviso” in modalità forzata dagli alunni della scuola media “Pascoli”. Il progetto si attuerà nel mese di febbraio, articolato in tre giorni dedicati, rispettivamente, ai temi della legalità, dell’ecologia e del volontariato. Ovviamente, non abbiamo niente contro la legalità (con l’avvertenza però che moltissime porcherie si fanno proprio sotto l’usbergo della legge), niente contro l’ecologia (con l’avvertenza però che non è sufficiente essere “sensibili alla natura”, occorre vivere una vita rispettosa della natura e delle leggi naturali), niente contro il volontariato (con l’avvertenza però che occorre distinguere tra volontariato vero e volontariato fasullo). Quel che non ci va a sangue è il fatto che, in generale, si profitti della circostanza che un gruppo di cittadini si trova radunato per un fine “altro”, e se ne profitti per propinare loro un messaggio. Come quando nella proiezione televisiva di un film si inseriscono gli inserti pubblicitari, che prescindono dai contenuti del film ma che gli spettatori sono costretti a subire. In questo caso, il messaggio innestato è quello serrano. Infatti (se mi sbaglio, correggetemi) questo progetto è fortemente caratterizzato dall’impronta serrana.
Ora, è evidente che chiunque di noi potrebbe dire: perché proprio il messaggio serrano? L’ecologia va bene, ma perché non insegnare ai bambini anche la generosità o l’amore per la scienza? Ovviamente, coerentemente con la mia posizione libertaria, sono contrario anche a questi tentativi d’impianto nella mente dei bambini dei germi della generosità e dell’amore della scienza, con tutto che la generosità e l’amore per la scienza siano, secondo il mio punto di vista, due potenti agenti di contrasto contro la tabe dell’aziendalismo e contro la peste del sentimentalismo esoterico. Sono questi due bacilli pericolosissimi che andrebbero spietatamente debellati.
Mi viene in mente a questo proposito l’esempio del professor Monti: non di questo bocconiano, che ben conosciamo, colui che pretendeva di essere un giansenista di forte tempra intellettuale e che ben presto si rivelò, invece, un accomodante prete di campagna, uno di quelli che non si perdono un banchetto di matrimonio. No, parlo di quell’egregio Augusto Monti, che fu professore, al liceo d’Azeglio di Torino, di Cesare Pavese, Leone Ginzburg, Massimo Mila e di tutta una generazione di antifascisti. Lui non insegnava l’antifascismo con i pistolotti e con i bei pensierini, ma con l’esempio.
Come ho scritto altra volta (su Testitrahus) sono contrario allo Stato etico, ma mi aspetto un comportamento etico da parte dei cittadini che svolgono ruoli di responsabilità. Mi fa ridere per esempio che s’intitoli questo progetto di coinvolgimento dei ragazzi della scuola media al monito di don Milani – I care, appunto – che significa “Io mi impegno”. Don Milani contrapponeva polemicamente l’impegno al fascistico “Me ne frego”. Sorvolo sul fatto che di questo motto si appropriò non molti anni fa il buon Veltroni, in occasione di un certo suo congresso, con l’intenzione di farne un jingle orecchiabile e di immediato riscontro mediatico. Ma questo furtarello non gli portò bene (jingle, nel linguaggio coglione degli aziendalisti, è un motivetto presente al termine di uno spot pubblicitario, quasi una firma).
Sorvolo su Veltroni e vengo al punto: mi fa ridere che si intitoli il progetto all’impegno, in contrapposizione al “me ne frego”, proprio in un paese che si trova sotto la signoria di una sindachessa la quale fu protagonista di un clamoroso episodio di evasione etica. Ciò avvenne quando nell’ottobre 2009 il Pedretti – per fini di visibilità elettorale – si fece promotore di una provocazione nei confronti della comunità islamica di Curno, fra l’altro con il pericolo, tutt’altro che remoto, di creare un subbuglio religioso del quale i cittadini avrebbero patito le conseguenze.

 Le nostre perplessità sulla sincerità e l’opportunità del progetto I care sono confermate dall’analisi linguistica di un brano dell’articolo redazionale che sull’Eco di Bergamo illustra il progetto. Eccolo:

Il cuore del progetto è lo sviluppo di un’etica della responsabilità civica in linea con le indicazioni nazionali della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione che stimolano l’impegno alla cittadinanza attiva tramite esperienze significative che consentano di promuovere un circolo virtuoso tra adulti, docenti, genitori e amministratori pubblici per far circolare idee che possano migliorare e far crescere la comunità.

Ma perché usare questo linguaggio assurdo, oserei dire pesante, graveolente, arruffato, in altre parole burocratico? Immagino, perché si aveva pudore di dire pane al pane e vino al vino, il che avrebbe impedito qualsiasi lettura mistica dell’iniziativa. Soprattutto, per depositare i germi di un pensiero, a mio parere, totalitario. Ecco infatti che cosa intendevano dire, in parole semplici:

Questo progetto fondamentalmente intende sollecitare nei cittadini la formazione di una consapevolezza del proprio ruolo. Ciò deve avvenire in linea con le direttrici che ci vengono imposte dal Ministero della pubblica istruzione, e che gli alunni delle elementari e delle scuole medie sono tenuti a condividere. Essi dovranno diventare cittadini attivi, nel senso che sono tenuti a partecipare alle iniziative di circolo tra adulti, docenti, genitori e amministratori pubblici. Ma non basta partecipare, occorre condividere. Fine di tali iniziative è creare il senso mistico di appartenenza a una comunità solidale, grazie a un procedimento di graduale omologazione che appiani ogni possibile differenza ideologica e prescinda dalla diversità di interessi contrapposti.

Bene, così stando le cose, invito il lettore di Nusquamia a considerare questo brano della prosa mussoliniana che, se non altro, aveva il pregio di essere comprensibile e sincera:

Ora, poiché nella scuola passano tutti gli Italiani, è necessario che essa, in tutti i suoi gradi, sia intonata a quelle che sono, oggi, le esigenze spirituali, militari ed economiche del Regime.
Bisogna che la scuola, non soltanto nella forma, ma soprattutto nello spirito, che è il motore dell’universo e la forza primordiale dell’umanità, sia profondamente fascista in tutte le sue manifestazioni.

(Discorso tenuto il 5 settembre 1935, anno XIII dell’Era fascista.)

58 commenti
  1. Lettore 26 permalink

    Cito:
    ” ma soprattutto nello spirito, che è il motore dell’universo e la forza primordiale dell’umanità “.
    Verità lapidaria: credo che Mussolini, in questo, che avesse assolutamente ragione.

  2. Marco permalink

    Aristide voglio ringraziarla per la sua splendida scuola, di libero accesso a tutti.
    Lei scrive: “Ma perché usare questo linguaggio assurdo, oserei dire pesante, graveolente, arruffato, in altre parole burocratico? Immagino, perché si aveva pudore di dire pane al pane e vino al vino”
    Legga cosa scrive il sindaco arancione di Mozzo nel suo ultimo comunicato ai cittadini per cercare di tamponare la bufera scoppiata nella sua giunta.

    Mozzo 3 febbraio 2014

    Cari Concittadini,
    dopo un anno e mezzo del nostro percorso amministrativo ho ritenuto opportuno fare una valutazione sulle modalità operative che abbiamo messo in atto e di conseguenza procedere alla revisione di alcune deleghe che avevo affidato per cercare di attenermi a quella metodologia di lavoro che avevamo proposto e attuato in campagna elettorale e che deve diventare caratteristica indispensabile del nostro lavoro.
    Il mandato che ho ricevuto mi richiama in prima persona a concentrare le energie sulle iniziative e opere che i cittadini di Mozzo si attendono. Attraverso l’ascolto di suggerimenti, proposte e critiche costruttive renderemo la nostra azione sempre più incisiva: la coesione della Giunta e l’efficientamento della macchina comunale diventano così elementi indispensabili perché ciò si realizzi.
    Il percorso che ho scelto di intraprendere e le conseguenti decisioni difficili e faticose, innanzitutto per me, credo che siano le condizioni necessarie per portare a termine il mandato che ho ricevuto e continuare nell’opera di innovamento che stiamo mettendo in campo.
    Entro giovedì 6 febbraio formalizzerò i nuovi incarichi
    Esprimo il mio personale ringraziamento, unito a quello di tutti i consiglieri di maggioranza, ai due Assessori Terzi e Sironi per il lavoro svolto fin qui a favore del nostro paese.

    La compagine nazional-solidale-catto-comunista-pacifista-perbenista-sobria ecc. è arrivata quasi alle mani nella ultima seduta di giunta, i dipendenti comunali hanno visto e sentito il dramma che si è consumato nella casa comune dei cittadini.
    E il sindaco esce con un comunicato democristian-burocratese da presa per i fondelli
    Chiedono mozione per impedire l’allevamento d’animali da pelliccia sul territorio di Mozzo, salvo poi scannarsi tra di loro.
    Una panoramica dell’accaduto si può evincere dalla notizia riportata su BGnews con quasi cento commenti
    http://www.bergamonews.it/politica/mozzo-pelliccioli-cambia-rimpasto-di-giunta-e-due-assessori-bilico-185003#comments

    i cavalli di battaglia professati da questi amministratori: informazione, trasparenza, condivisione, il cittadino al centro, innovazione ecc.sono finiti in soffitta per fare spazio alla politichetta che manda in dissesto i nostri paesi.
    In questi giorni, siccome la notizia è trapelata e sfuggita al loro controllo sono corsi ai ripari in forma anonima con le repliche ai commenti.
    Alcuni loro commenti appartengono ad un altro mondo, questo è esemplare:

    mi piacerebbe sapere chi è il genio che ha segnalato la notizia al nostro BGn prima ancora che lo sapessimo noi cittadini…

    Ci si potrebbe dilungare per pagine, certo che il sindaco Serra quanto a determinazione
    è molto più navigato rispetto a questo poco più che collettivo studentesco mozzese
    Seguite le vicende dei cugini arancioni di Mozzo, è possibile aprire una finestra di Nusquamia dedicata?
    Grazie.
    [Certo, potrei aprire una pagina dedicata, intitolata ai “Cugini mozzardi”. N.d.Ar.]

    • Marco Belotti permalink

      In fondo queste iniziative hanno lo stesso sapore e si collocano insieme a tutte le altre promosse dall’amministrazione Serra che è scesa in campagna elettorale dal primo giorno di insediamento.
      Se si riuscisse ad attendere almeno l’ultimo anno di mandato le iniziative sarebbero sicuramente più apprezzabili dalla maggioranza della popolazione… che tra le altre cose non l’ha votata…

      • Sono esercizi di preriscaldamento. Senza contare che, in generale, per la Serra i cittadini sono un mezzo, e non un fine. L’importante è raggiungere certi obiettivi “politicamente corretti”, spendibili su tavoli diversi, fra l’altro.
        Del resto, la dott.ssa Serra ha mostrato più di una volta di rinunciare a una politica per Curno, contentandosi di far mostra di determinazione. Ma nella sostanza la strategia dell’amministrazione Serra è più nelle mani dell’arch. Conti che in quelle della dott.ssa Serra; le incursioni della dott. Gamba sono tollerate e tutto sommato marginali. Non dimentichiamo che più di una volta la dott.ssa Serra è arrivata ad affidarsi alla sagacia politica di un Pedretti. Sarà interessante:
        a) vedere come la Serra, con la consulenza dell’arch. Conti, risponderà all’offensiva di Locatelli che intende essere la punta di lancia dello schieramento “destro” di Curno (ma, come abbiamo messo in rilievo altre volte, questa impostazione del problema curnense in termini destra/sinistra è una mistificazione, un ennesimo tentativo di coglionamento dei cittadini);
        b) vedere se coloro che sibilarono a Gandolfi l’opportunità che facesse un passo indietro riusciranno a tenere il Pedretti alla larga, sempre che lo vogliano;
        c) con l’approssimarsi delle elezioni europee, vedere se Salvini verrà a Curno, o se manderà qualche suo luogotenente e in ogni caso, sentire se ci parleranno del Pedretti o della tutela, in sede europea, delle specificità enogastronomiche del «nostro territorio».

    • Antonello C. permalink

      Mi intrufolo in questo blog dopo aver visto il collegamento su Bergamonews, messo da un tale Franco. Sono di Mozzo e la faccenda dei due assessori mi interessa. Vorrei capirne di più, chi mi aiuta?
      Nell’articolo di Bergamonews di venerdì ho letto un “fottijo” di commenti anche piccanti, riguardanti il sindaco e il suo operato. Non pensavo che nel mio paese, dove dormo ma a causa del lavoro vivo poco ma ho votato nel 2012, ci fosse un così ampio malcontento. E’ vero?
      Non sapevo l’esistenza di questo blog prima, ho letto alcuni scritti qua sopra ma non riesco a capire la linea di questo blog. Da chi è moderato? Un cittadino di Mozzo, vero?
      [No, da un cittadino del mondo. N.d.Ar.]

      E’ organo ufficiale di qualche partito?
      [No: ‘Quod deus avertat!’, cioè, “Che Dio ce ne scampi!” N.d.Ar.]

      • Camilla permalink

        Molto interessante la nota al commento di Antonello da parte del moderatore (?) “[No, da un cittadino del mondo. N.d.Ar.]”.
        Di solito si tende a dichiarare una appartenenza, come per poter acquisire un valore aggiunto ma senza alcun merito. Onore a chi riesce a dichiararsi davvero libero e cittadino del mondo. Un senso di appartenenza implica sempre una deficienza del processo di rilessione personale e maschera la mancanza di autostima.
        Per Enrico D.F.:quando la maggioranza arancione di Mozzo non sa più cosa dire riguardo i bandi d’appalto andati deserti, quando è messa alle strette dalla logica dei concetti delle opposizioni e dalla realtà dei fatti, si appella alla mitologia degli operatori che sarebbero pronti ad assaltare gli uffici comunali con offerte da sogno.
        A Mozzo le segreterie di partito condizionano questa debole aggregazione d’oratorio più di quello che dicono. E chi non si “allinea”: fuori! Come gli adolescenti in crisi d’identità.

  3. Enrico D.F. permalink

    #Marco
    trovo molto discordante la tua versione dei fatti che racconti, rispetto alla lettera che il Sindaco “mozzardo” (bello chiamare così i cugini di Mozzo). Mi pare d’aver capito che da giovedì a oggi non ci siano stati comunicati ufficiali. Tra i commenti su bgnews che ho letto c’è di tutto, soprattutto critiche al “modus operandi” di questa diatriba. Ma cosa sta succedendo in quel paese così bello e ricco? La cittadinanza è così delusa dai loro amministratori eletti poco più d’un anno fa? Come finirà? Ci sono compiti da adempiere?
    Posso chiedere al prof. Aristide di decodificarci il contenuto della lettera del Sindaco di Mozzo? Scusate ma ho capito ben poco e trovo interessante quello che succede al di là della Briantea.
    Grazie.

    • La versione è discordante, è vero, ma la diversità è il sale della terra. Ma, per quel che capisco (confesso che mi affaccio adesso per la prima volta al balcone con vista sull’aprico colle di Mozzo), i fatti, cioè il defenestramento dei due assessori sono assodati, nessuno li contesta. Ci sono letture diverse, questo è vero. La prosa del sindaco di Mozzo c’induce a fare cattivi pensieri. La sua lettera ai «cari concittadini» s’inizia con un lungo preambolo che in sostanza afferma una cosa semplice semplice: ci sono state divergenze con i due assessori e procedo a un rimpasto. Così però è riduttivo: ecco allora il sindaco che si arrabatta, parla di «valutazione di modalità operative», addirittura la mette sullo “sc-scientifico” (così diceva Gassman del suo progetto di assalto al furgone portavalori, nel film I soliti ignoti) quando ci comunica il suo scrupolo di attenersi a una «metodologia di lavoro». Ecco, noi dobbiamo immaginarci non più il rappresentante di una lista civica similprogressista che fa i conti con la politichetta, ma uno scienziato, tutto compreso del carico di responsabilità che gravano sulle sue spalle, come se fosse Oppenheimer, responsabile del Piano Manhattan.
      Ma il bello deve ancora venire: lui, il sindaco — come l’omologa dott.ssa Serra — è ovviamente per la cultura dell’ascolto, perciò ascolta le proposte ovviamente «costruttive» (e ti pareva), è costruttivamente pensoso della «coesione» della Giunta comunale (perciò, pare di capire, lui divide, per poi essere più belli e più “coesi” che pria) e ha come obiettivo primario «l’efficientamento della macchina comunale» (orrore! ma come parla, costui?).
      Vabbè, auguri!

  4. Marco Belotti permalink

    Destra o sinistra poco importa, giusto che al centro ci debbano essere i cittadini di Curno… Siamo sempre in attesa che questa amministrazione ci regali un provvedimento a favore dei curnesi autoctoni non lgbt…

  5. Sergio permalink

    ho preso il link di questo blog da bgnews, non capisco chi siete, c’è un sacco di materiale e vorrei saperne di più
    Siete di destra, sinistra, centro?
    [In alto: noi siamo in alto. Sempre che ciò non dispiaccia alla Serra, al Pedretti, al Quantile, al gatto padano doc, giusto per citare quattro “soggetti politici” ai quali siamo indigesti (e li capisco). N.d.Ar.]

    poi parlate di vicende di Curno, di Gandolfi e sopratutto di Pedretti, cosa centra Mozzo?
    Commenti alcuni di spessore altri meno, tutto un pò particolare, da decifrare.
    Marco scrive del nostro sindaco Pelliccioli con un riassunto della notizia tirato per i capelli e chiaramente di parte,anche se c’è molto capire ancora.Grazie

  6. La stizza dei nostri nemici fa venire buon sangue agl’isolani cittadini della Repubblica felice di Nusquamia

    Giusto per fare un dispetto al gatto padano doc, a Quantile e alla Talìa, la cugina racchia di Quantile, i quali — malmostosi di natura — nutrono per Nusquamia indicibile invidia, di facile interpretazione freudiana, riporto un messaggio ricevuto qualche ora fa, [*] indirizzato in automatico da WordPress, la piattaforma che ospita questo diario:

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    Un messaggio analogo avevo ricevuto ieri, ma non mi sembra il caso girare il coltello nella piaga.

    ——————————————–
    [*] Credo di aver ricevuto finora quattro o cinque messaggi di questo tenore. Il giorno di massimo ascolto fu il 9 maggio 2012, per ragioni comprensibili, in cui si registrarono 616 visite.

  7. Borghetto permalink

    Siamo al peggio, dopo la lega bollita con una cottura ventennale arrivano questi giovanotti sul modello Pisapia che si dichiararono illibati e puri.
    Così puri che verranno ricordati per questa scelta che nessun amministratore con un minimo di pudore in un paese piccolo come Mozzo avrebbe fatto
    http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/311278_telefonini_agli_assessori_a_mozzo__guerra_di_cifre/
    Che esempio di innovazione, ma non si vergognano!!!
    prima spendono e poi defenestrano il loro assessore al bilancio, forse perchè non era d’accordo con le loro spesucce?C’è da augurarsi che questa loro esperienza negativa finisca al più presto.

    • Ah, i gingillini elettronici, che passione! Antica passione pedrettesca! Piacciono tanto, come le cravatte sgargianti, come gli orologi patacconi e multifunzione, come il borsello, come gli anelli alle dita, come i macchinoni rombanti, con i vetri affumicati, così tu vedi gli altri e gli altri non ti vedono. e sei un vero bau bau. Se poi uno ha una villetta in stile sindacalista-traditore-della-classe-operaia, o di procacciatore di pompini con copertura di professionalità PR e master in comunicazione, che non manchino –ornamento cafone indispensabile — i nanetti di gesso: mi raccomando! Che schifo!

      • Betina permalink

        Che emozione vedere che anche gli arancioni Mozzesi sembrano fatti con lo stesso stampino dei cugini curnensi. Noto però una differenza: nella lista Innova Mozzo nessuno ha la capacità di sostenere contraddittori verbali durante i consigli, di solito restano zitti e pensierosi. In questa occasione ha mostrato invece la propria capacità da perfetta macchina burocratica statale. Il Sindaco ha impiegato 5 giorni per scrivere un comunicato da Comitato Politico democristiano ai tempi delle correnti e delle “convergenze parallele”.
        Mi sorge una domanda: se la velocità di reazione ad una cosa così semplice è stata di 5 giorni, mi viene la tremarella pensare come reagirebbero ad una calamità stile inondazione. La questione telefonini ne è la prova: 1 anno per (non) riuscire e venirne a capo e pagare 2 operatori!! Poveri mozzesi non meritano tutta questa incapacità!!

  8. Profondamente diversi e di diverso tenore, dalle infinite iridescenze, potrebb’essere i commenti alla faunica notizia dalle lunghe orecchione: ma le goliardie, quivi ferocemente per sempre bandite e che mai più appariranno per non turbare gli afflitti (dall’amministrazione serra-pedrettista) animi, son solo banale ironia o pur anco “genere” di allegra filosofia? (vedi per rif. Avvenire, 4 febbraio 2014, pagina 2 sud-est, Lupus in pagina, Gianni Gennari, Titolo).

  9. Fernando de Rojas permalink

    Vorrei precisare che il commento precedente non vuole essere goliardico.

    [‘Quis dubitet?’ Faccio presente, con riferimento al commento precedente che faccio fatica a rispondere, credo per via di quel punto interrogativo, che credo sia di troppo. (O forse quel “solo” si deve leggere “sono”?) Ma, come ho detto altre volte, se il discorso si presta a interpretazioni di diverso segno, è meglio non prendere posizione.
    Tuttavia, senza troppo entrare nelle pieghe dell’ermeneutica, io dico: ben vengano i commenti sul coniglio mediatico della Serra. Tanto più se conditi di (oraziano) italo aceto. Ho preso posizione non contro l’ironia, ma contro la goliardia, un certo tipo di goliardia della quale ho conosciuto i cascami e contro la quale ho combattuto, al Politecnico di Milano. Era una goliardia qualunquista, nel senso che, invece di dire: “Guarda che tu ti sbagli, per questa e questa ragione”, diceva “Vabbè, parliamo d’altro e facciamoci quattro risate”. Non ho niente contro le risate, anche quelle crasse, eventualmente, et cum grano salis, ma conosco la tecnica di sviare il discorso e di volta in volta, secondo necessità, cerco di non farmi soffiare sotto il naso il bandolo della matassa.
    N.d.Ar.]

  10. Marcello permalink

    Sia ben chiaro a Mozzo era indispensabile cambiare amministrazione,i precedenti a guida lega si erano addormentati, manco l’ordinaria amministrazione facevano bene e si vedeva benissimo.
    Saranno discutibili quelli di innova Mozzo, masubito si è visto un cambio di passo.
    A livello urbanistico hanno migliorato la viabilità,messo in sicurezza attraversamenti pedonali, specchi, nuovi e logici sensi unici, hanno avuto quell’attenzione che un buon amministratore deve avere come minimo.Scuola e giovani sono settori migliorati, chiaro che c’è da fare ma considerate che sono tutti alla prima esperienza amministrativa.Ora gli si chiede di procedere di non perdersi in questioni che una lista civica deve evitare.Paolo il sindaco è una persona tranquilla,seria e pratica,forse un po impacciato ma deve reagire a questo momento, non farei un dramma per quanto successo achi non capita di sbagliare, trovo esagerate le polemiche sollevate in questi giorni.

  11. Pinco Pallino (Pallino il nome proprio) permalink

    Ieri sera le prove di un Kombinat nuovo.
    Il Cavagnetto-Carrara. Tutto sommato è nell’ordine naturale delle cose. Anche Giusto così.
    Tra lazzi, risate e strafalcioni di quart’ordine (che perdòno al Cavagnetto perchè giovane, perchè mi sta simpatico e perchè è cugino di qualche grado del Cavagnone).
    Ed è la prima volta che qualcuno fa incavolare il Segretario Comunale (il Cavagnetto ha detto per ben due volte di avere ricevuto parere favorevole da ufficio tecnico per un emendamento e poi ha dovuto ammettere di non averlo nemmeno chiesto).
    Sembrava una mia interrogazione a scuola.
    Ti interrogo sulle funzioni di secondo grado. Bada, hai studiato? Certo, prof. Io speravo che passasse ad altro, che il professore non leggesse il bluff, invece mi chiamò e mi mise 3. Alla fine ammisi: “Prof, sono stato poco bene e non ho aperto libro” (altra bugia, ero stato al campetto tutto il pomeriggio).
    Il Cavagnetto è giovane, è belloccio, è simpatico e per quanto vedo ha passione, poi è educato e cordiale. Mi piace.
    [Non confondiamo la determinazione con la passione politica, che induce le persone a studiare e a voler apprendere la lezione dai maestri, eventualmente anche dagli unici maestri disponibili, nei libri. Mi pare che Cavagna il giovane improvvisi, intenda bruciare le tappe e che pur presentandosi “ggiovane” abbai cominciato assai male, come certi vecchioni della politica, senza però che di lui si possa dire che è una vecchia volpe. Cavagna il giovane non è vecchio, è vero; ma non è neanche una volpe. È partito con il piede sbagliato. Secondo me dovrebbe studiare, e parecchio. N.d.Ar.]

    Ha però due problemi.
    Il primo è di natura generale e vi è già caduto il Corti.
    [Claudio Corti, cioè: l’ex (credo) titolare della lista, ciclista e manager, usato e gettato. N.d.Ar.]

    Leggere e presentare documenti senza capir nulla della materia e senza a volte (sembrava con il Corti ) nemmeno averli letti prima, presenta qualche rischio.
    Si capisce subito che è così e poi se arriva una domanda di delucidazione da parte di qualsiasi consigliere o del segretario crolla tutto.
    La seconda è la compagna di viaggio che si è scelto. La Carrara.
    Ha poche cose da insegnare al Cavagnetto, ma la principale non sembra servirgli. Mi sembra infatti che sia già sempre ben pettinato di suo.
    Attento Cavagnetto, che andando con lo zoppo si impara a zoppicare.
    Lei è giovane, è intelligente e Curno e i suoi avranno bisogno di Lei. Non si faccia deviare.
    [Attenzione: io non dico che Cavagana il giovane non sia intelligente. Dico soltanto che finora non ha dato prova della sua intelligenza. COme dicevano i professori ai genitori desolati, nel corso del colloquio periodico: “Suo figlio è intelligente, per carità, ma non si applica”. N.d.Ar.]

    Curioso infine il modo di presentare una interrogazione congiunta da parte del duo che ha tutta l’aria di essere “ad pelatam” senza ben inteso avere nessun coraggio di assumersene responsabilità (ed è strano dato che l’occasione era un consiglio comunale).
    Ma scusi Aristide.
    Tra le persone che hanno un contenzioso con il comune (risolto con un quintale di carta che più cacata di così non si può) non vi è proprio La visagista delle Crocette? ?

    E’ forse arrivato tardi in consiglio comunale e non ha sentito?
    [Veda risposta qui sotto. N.d.Ar.]

    • Ragioniamo, con tutte le cautele del caso
      Manovre antigandulfiane

      Ieri sono mi sono recato alla riunione di Consiglio comunale ch’era già cominciata. Gandolfi mi ha riferito qualcosa, davanti a un boccale di birra, a proposito dell’ultima trovata antigandulfiana (avevo chiesto una Buccaneer, non c’era; porc. putt., possibile che debba andare a Mandello del Lario per bere una Buccaneer?).
      Prima di pronunciarmi nello specifico, vorrei dare un’occhiata al testo. Intanto, però, ragioniamo su questi fatti, nella loro sequenza temporale, stando ben attenti a non cadere nella fallacia logica del post hoc, propter hoc. Mentre non è lecito trarre conclusioni sbagliate o affrettate, penso che non sia proibito mettere i fatti l’uno dietro l’altro, in attesa di acquisire nuovi fatti e quindi — alora sì — di trarre un giudizio. Il quale, ovviamente, essendo il ragionamento di tipo induttivo non è certo, ma probabilisticamente attendibile (en parergo, cioè fra parentesi, se anche i giudici ragionassero così, e se rinunciassero a condannare un imputato quando la probabilità è inferiore a una soglia ragionevole, vivremmo in un mondo più giusto, meno tenebroso, perché rischiarato dalla luce della ragione).
      1. Si sibila a Gandolfi che farebbe bene a fare un passo indietro.
      2. Aristide si azzarda a dare un’interpretazione del sibilo.
      3. Interviene a gamba lesta una vecchia conoscenza, il Quantile, il quale, con riferimento a parole e scherzucci di dozzina espressi su Nusquamia tempo addietro, pretende l’autosputtanamento di Aristide su Nusquamia. Aristide dovrebbe chiedere scusa al singor F., perché lui, il signor F., sarebbe un tecnico puro e non s’interessa della politichetta curnense. Poi però Aristide irride alla pretesa, Quantile diventa cattivo, minaccia denunce. Infine, Aristide dimostra che il singor F tanto tecnicamente puro non è, considerato che coincide con Quantile, il quale, per conto degli Onanisti anonimi, invita Aristide a pratiche onanistiche, pure lui. Dunque Aristide, che converge con la causa gandulfiana di lotta alla miserabile politichetta, per il primato della politica nobile, continuerà a combattere, e Gandolfi potrà contare sul suo aiuto. Se poi Quantile vorrà dar seguito alle minacce di denuncia, tanto meglio, perché ci sarà da ridere.
      4. Da ultimo, ecco che la fasciofemminista legge una mozione stilata congiuntamente con Cavagna il Giovane che ha tutta l’aria di essere pensata per mettere fuori gioco Gandolfi, il cui padre è stato fatto segno di denuncia anonima, per un aggetto della sua vetrina di 40 cm, sul suolo pubblico. E per via di quell’aggetto, l’opposizione di Gandolfi dovrebbe esser gettata. Si badi bene: l’unica vera opposizione, un’opposizione politica, tutta dalla parte dei cittadini: altro che le mozioni cattura-visibilità, come quelle due del Cavagna il Giovane, sui diritti dei cagnolini a un Lebensraum canino (credono forse i cagnolini di essere degli Lgbt?) o alle provvidenze di restituzione delle tasse a cittadini che possano suscitare golosità elettorale. Altro che aggetto sul marciapiede: Gandolfi dovrebbe essere sbalzato fuori del Consiglio comunale. È gradita una pedata nel culo.

  12. A Mozzo la nuova raccolta differenziata funziona benessimo,la giunta ha smaltito in breve tempo due assessori.Li hanno messi nell’umido?

    • ne mancano 5 permalink

      La prova della capacità di smaltire rifiuti tossici sarà quando anche gli altri 5 finiranno in discarica, stoccaggio speciale, bidoni rossi!
      Ma attenzione al riciclo e al riuso ecocompatibile.

  13. Serrani scatenati: se le inventano tutte, purché vi sia eco mediatica

    I serrani sono scatenati. Se non sono gli Lgbt, è lo Sportello lavoro, che secondo loro combatte la sioccupazione, poi insistono su questa strada, in concorrenza con i sindacati (ai quali semmai avrebbero dovuto dare concreto e silenzioso supporto, senza echi mediatici) e s’inventano il Lavoro day (fatemi conoscere il copywriter, prego!). E poi ancora a tutta manetta con le attività parascolastiche, ieri ho sentito parlare dell’ultima trovata di coinvolgimento dei “ragazzi delle scuole”, costretti a subire di tutto e di più, del Comune delle ragazze e dei ragazzi: tutto in stile Minculpop, il Ministero della cultura popolare fascista.
    Si veda l’ultimo coniglio mediatico proiettato nel cielo orobico-curnense dalle rampe di lancio di Bergamo news: Curno combatte la disoccupazione con il primo “Lavoro day”

    • Perlita e’ grande. Luisa il suo profeta.

    • Satrapo permalink

      Eh si…forse meglio definirlo M’incul pop!…

      [I fascisti — loro sì — avevano copywriter di prim’ordine, anche quando non si chiamavano copywriter. Pensiamo al nome del servizio segreto: Ovra. Bastava la parola, ed era subito terrore. N.d.Ar.]

    • Patonz permalink

      Ari caro.

      Non mi paragonare questo articolo di Bergamo News alle intemerate della shampista di Gandolfiana memoria. Per una iniziativa del genere avrebbe preteso due fotografie (meglio 3) 2 articoli e di essere nominata un tot numero di volte. Chiami in redazione Eco di Bergamo. Vedrà cose le dicono di bello. Ancora ricordano con terrore le telefonate e le urla di richiesta.
      Forse si sarebbe rivolta anche a un Hair Stylist (si scrive così ?) dei Vips

      Qui c’è sostanza e nessuna fregola da autoesposizione, please.

      [È vero, una volta tanto ci è stata risparmiata la foto della Serra fasciata e tricolorata o della Gamba multinazional-manageriale davanti al monitor CRT di un computer vecchiotto (il gingillino è più moderno, ma è roba da sottoproletari, ne convengo). Però nel giornalino del Comune la Serra è inesorabilmente fasciata e tricolorata. E asseverativamente sorridente. Perché ridere, che cosa c’è da ridere?
      Invece la fasciofemminista — molto seria, compresa di sé — non ci ha risparmiato niente. Poco ci mancava che si presentasse in Consiglio con giornalista anglorobicosassone al guinzaglio
      . N.d.Ar.]

  14. 5' elementare permalink

    Sig. Marcello, del suo intervento ho capito ben poco: dove sono migliorati i settori “scuola e giovani”, in che cosa? In quale questione “che una lista civica deve evitare” non dovrebbero “perdersi”? Mi potrebbe aiutare a capire, per favore?
    Sono abituata a cercare sempre i motivi e i particolari delle affermazioni, nella mia grande famiglia ogni presa di posizione di ognuno deve essere argomentata, altrimenti è sterile, aria spostata.
    Nel suo intervento ci sono molti aspetti che restano vaghi, non aiutano chi, come me, non ha avuto un’istruzione adeguata all’attuale momento politico locale.
    Che questo “Paolo” (ma intende il Sindaco, vero?) sia persona tranquilla e seria lo si vede, lo dimostra a tutta la cittadinanza. A me preoccupa che la situazione economica comunale possa peggiorare, con tutte queste tasse nazionali, almeno al nostro paese… Mi preoccupa anche la poca chiarezza in situazioni del genere, dove ci si aspetterebbe la soluzione adottando il metodo del “capo famiglia” all’antica, quello dei valori tramandati nei secoli.
    Sono però fiduciosa che il buon senso ha sempre la meglio, specialmente amministrando gli interessi collettivi.

  15. Marco Belotti permalink

    Buongiorno a tutti. Ho letto con particolare interesse gli articoli inerenti il consiglio comunale tenutosi a Curno ieri sera, a cui ho avuto piacere di prendere parte. In parte concordo con le osservazioni di Pinco Pallino / Aristide, in parte mi permetto di dissentire. Si, è vero, Paolo Cavagna forse ha peccato di ingenuità e si è fatto a volte cogliere impreparato, talvolta nervoso, ma lottava comunque SOLO contro un nutrito schieramento di esperti della politica di vecchio corso che conoscono a menadito le fini tecniche di mistificazione dell’avversario.
    [Guardi che se Gandolfi, per fare un nome a caso, è contrario alle sparate elettorali — intempestive, si dirà, ma fino a un certo punto — riguardo al Lebensraum dei cagnolini e alle elargizioni neroniane a cittadini elettoralmente appetibili, non si può dire certo che sia una vecchia ciabatta della politica. Semmai è Cavagna il Giovane che ci voleva ammannire una minestra tipica della patetica pensioncina riminese “Vecchia ciabatta non muore”. Consiglierei a Cavagna il Giovane di provare a leggere TAcito, per imparare un po’ di quel disprezzo che tutti dovremmo nutrire per le uscite corrive. Dalla scuola di TAcito discende il nostro disprezzo per i conigli mediatici del Pedretti (oltre che la consapevolezza della nostra decadenza, della mancanza di una struttura morale e della superirità dei barbari, che se non altro hanno tempra morale). Attenzione però: non basta andare in Internet, trovare la pagina di Tacito e poi dire: “Io so tutto di Tacito e di Nerone!” Così fa Quantile, quando, essendo incapace di iniziativa propria, fa il verso ad Aristide. Ed è patetico. Occorre che certi principi entrino ‘in sucum et sanguinem’. Altrimenti si fa la fine di Rocco Casalino. Se lo ricorda? FAceva parte del Grande Fratello, adesso che è del Movimento pentastrale (“pentastrale” è molto meglio che “pentastellato”) se l’è presa con Irene Bignardi, che gli fece da madrina. Non è bello, colpire alle spalle la madre: lo dice uno al quale Irene Bignardi non è simpatica. N.d.Ar]

    Erano poi mesi che in consiglio comunale non si vedevano delle proposte attive, che possono piacere o non piacere, ma che comunque vanno in direzione propositiva e credo sia giusto dargli atto di questo intento.
    [Che significa “attive”, o “propositive”? Non era attiva e propositiva la proposta sciagurata, subito votata dalla maggioranza, di aderire alla rete Ready degli Lgbt? Non conosco proposte passive. N.d.Ar.]

    Circa la sua paventata impreparazione sulla mozione, tengo a precisare che Paolo Cavagna non è onnisciente ed è in consiglio a rappresentare, non se stesso, ma un gruppo di persone che lavorano, che a loro volta sono specchio di una fetta della popolazione curnese. Non trovo quindi deprecabile il fatto che abbia letto una mozione preparata dal gruppo ma che non fosse in grado di commentare nei dettagli più tecnici. Altrimenti su determinate questioni potrebbe restarsene anche a letto, come molti altri del resto. Trovo invece abbastanza triste il tentativo di infierire su tale posizione.
    [Uno può leggere una mozione scritta da altri, non c’è niente di male. Ma poi deve prepararsi, deve studiare. Prnda esempio da Renzi: recita una parte, ma è preparato, all’amaericana. Così fanno anche i bravi professori. Il mio professore di latino e greco parlava come un libro stampato, si capiva che si era preparato, infatti diceva “Il Paratore al riguardo afferma… ” ecc., e nessuno gli rimproverava di aver letto il Paratore. Mio padre per dieci anni ha insegnato Elettrotecnica e Macchine elettriche in un Istituto tecnico industriale: me lo ricordo benissimo — ero poco più che un bambino — mentre correggeva i còmpiti facendo scorrere veloce il cursore del suo regolo tedesco, in bambù; lo ricordo inoltre chino sui libri, a studiare. Così si fa. E così dovrebbe fare Cavagna il giocane. Meno determinazione, e più studio. Oserei dire: più che studio delle cose che gli vengono passate bell’e cucinate, anche uno studio autonomo, alle fonti del sapere e del pensiero politico (quello studio, quello sì, possiamo chiamarlo “attivo”). N.d.Ar.]

    • Marco Belotti permalink

      Ovvio che il ragazzo deve e dovrà studiare, ma ricevere una mappazza di fogli 3 giorni prima del consiglio non permette certo di studiare a fondo…
      [Ma allora doveva aspettare un giro, studiare le carte e presentarsi preparato. In tal caso sarebbe apparso preparato, mentre rimaneva l’assurdità della proposta. N.d.Ar.]

      Per quanto riguarda le proposte mi riferivo all’opposizione, mi sembra implicito che chi governa deve fare… Ma l’opposizione non può solo criticare… Per quanto riguarda poi i fini elettorali… ogni cosa può essere strumentalizzata a tal fine… anche la strumentalizzazione può essere strumentalizzata…

      • Pretendo Decenza permalink

        Ma Carissimo Marco

        Che la Lega Nord tratti i cittadini come degli imbecilli è chiaro a tutti quelli che vanno a Bergamo dall’altro ieri.
        La città è tappezzata di cartelli in cui si dice che grazie alla Lega Nord e a Tentorio non si paga la MINI IMU.

        E lo sa perchè non si paga?
        Perchè Tentorio (e la Lega Nord) ce l’hanno aumentata prima, cioè nel 2012.

        La pagano solo quelli che si son visti recapitare un aumento solo nel 2013 (quindi dopo).

        Quindi offendete in modo fazioso e intollerabile la nostra intelligenza.
        1) perchè ci fate pagare di più da più tempo in diversi paesi (anche Treviolo, per esempio)
        2) perchè cercate di imbrogliarci con questa campagna.

        la mini imu non la pago perchè pago già di più dall’anno prima, solo che non si chiama mini imu ma IMU e basta. perchè non lo scrivi sui cartelli?

        Idem per l’addizionale IRPEF

        Tu critichi l’amministrazione di Curno (che l’aveva introdotta per scaglioni di reddito) e poi a Bergamo me l’aumenti dall’anno prima in modo lineare e uguale per tutti.

        Tu critichi il ritocco IMU sulle grandi superfici commerciali a Curno

        E poi voti a Treviolo e a Bergamo l’aumento uguale per tutti per la prima casa già da due anni.

        Ma abbi la decenza di tacere, non mi piace che la Lega ci voglia trattare come degli idioti.

        L’avete fatto spesso ma stavolta avete passato il segno.

        Le elezioni in vista non danno l’automatica licenza di raccontare balle.

      • Stefano P. permalink

        @Marco Belotti
        Buona sera ne approfitto per porre una domanda al segretario di sezione della Lega Nord di Curno, che giudico positivamente la sua partecipazione qui su Nusquamia
        Sono combattuto, mi creda, per anni ho votato la Lega perchè credevo, e credo ancora fortemente nei principi dell’autonomia dei territori e del loro autogoverno.
        L’anno scorso alle politiche a seguito degli scandali, piccoli o grossi, che hanno coinvolto il partito Lega mi hanno indotto a fare una pausa di riflessione e non avendo garanzie sul futuro del percorso autonomista ho scelto di votare, come voto di pura protesta per dare una spallata al marcio sistema italico, al movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
        Ora mi trovo nella situazione per le votazioni europee di non votare più per Grillo e la sua compagine ( visto la loro mancanza di programma e altro, e ritengo esaurita l’effetto novità), ripeto sono combattuto se tornare a votare la Lega Nord ora nella conduzione di Salvini, che non mi dispiace affatto come politico e come persona.
        ci sono però delle questioni aperte che non sciolgono i miei dubbi, e vengo al sodo, credo che per ripartire veramente bisogna far sì che ci si lasci dietro delle spiacevoli pagine che hanno rovinato, non solo l’immagine del partito, e mi riferisco nello specifico nella persona di Roberto Pedretti.
        Le chiedo apertamente qual’è la sua posizione in merito come segretario di sezione; io a fronte delle notizie che negli ultimi anni hanno visto protagonista Roberto Pedretti ( e sinceramente non vedo nessun riscontro positivo per il partito dell’operato di Pedretti, ho letto qui su Nusquamia che la Lega Nord ha perso più dell’80% dei voti a Curno) e mi trovo in difficoltà a confermare la mia fiducia, desidero assieme a molte altre persone che in passato hanno votato in massa la Lega Nord, che si dimostri veramente un cambiamento e sarebbe ora.
        La prego non mi risponda in politichese, aumenterebbe il mio rammarico
        Ultima domanda, domenica accompagno mio figlio al ritiro cresimale e non posso recarmi presso il vostro gazebo per sentire e vedere che aria si respira, ecco chiedo mi sarei trovato di fronte ancora Roberto Pedretti?

        • I cittadini curnensi hanno il Pedretti come cartina al tornasole. O il Pedretti è sanzionato, a viso aperto, stabilendo una volta per tutte che si è voltata pagina, oppure per i curnensi la Lega è un operatore cinico di politichetta, uno dei tanti, nonché un nemico dei curnensi (non basta tenere “sobriamente” il Pedretti alla larga, nella misura del possibile, anzi la sobrietà — per dirla tutta — ci fa schifo).
          Il Pedretti come politico è morto, è vero, ma il suo fantasma si aggira per Curno. Perché? È stato visto a Curno, anzi lui si è fatto vedere, insieme a Roberto Calderoli. Eppure il Calderoli è una persona intelligente, sa benissimo che avrebbe tutto l’interesse politico a non farsi vedere con il Pedretti. Ancora una volta: perché? La sanzione del Pedretti per opera dei giudici, a motivo di comportamenti privati del politico territoriale non ci appassiona, non c’interessa lo stalking uxorio, c’interessa lo stalking politico. Per spiegare questo mistero glorioso, si parla di scheletri (politici) nell’armadio: io non ne so niente, ma la “sobrietà” della Lega nord (che Iddio la stramaledica!) nei riguardi del caso Pedretti, dunque la stessa sobrietà della sezione curnense della Lega nord, dà adito alle peggiori ipotesi. Fra l’altro — ma questa è una mia personale interpretazione — se scheletri politici ci sono, della riesumazione di questi scheletri più che il Roberto Calderoli ha paura il Bobomaroni, Roberto anche lui, come il Pedretti. Questa sarebbe la ragione per cui il Salvini, che è uomo di Bobomaroni, tace: c’è un filo rosso che tiene uniti i tre Roberti, tale che se cade il Roberto Pedretti, questi trascina nella sua caduta gli altri due Roberti.
          Che almeno si abbia il coraggio di dire che il Pedretti è un santo, sempre meglio di questa schifosissima sobrietà. Dicano che il Pedretti ha fatto benissimo a esporre i cittadini di Curno all’alea di una guerra di religione nel loro paese, perché tanto “il Pedretti è il Pedretti, e i curnensi non sono un cazzo”, parafrasando quel sonetto del Belli, che abbiamo sentito citare nel Marchese del Grillo (il film). Ma non c’è niente di più turpe di questa ostentata, cinica, putrida sobrietà.

  16. La dott.ssa Serra dichiara in Consiglio che non intende ricandidarsi

    La seduta di Consiglio comunale a Curno, mercoledì 5 febbraio, ha riservato alcune sorprese. A una abbiamo accennato: una mozione congiunta Fasciofemminista/Cavagna il Giovane, la quale adombra la possibilità di estrusione di Gandolfi dal Consiglio comunale. Torneremo sull’argomento, appena avremo acquisito elementi di giudizio.
    Ma il pezzo forte è, o dovrebbe essere, una dichiarazione spontanea della dott.ssa Serra, la quale ha dichiarato che non intende ricandidarsi. Per essere precisi: ha dichiarato che sta preparando fin d’ora la sua successione. Potrebbe esserci qualche differenza e noi, che siamo onestamente faziosi, ma onesti — appunto — non intendiamo preterire questa precisazione.
    Singolare è stata l’occasione di tale dichiarazione. Gandolfi aveva accennato, era la seconda volta, alla pretestuosità delle due mozioni di Cavagna il Giovane: quella che intendeva impegnare il Comune di Curno, entro il 2014, a trovare uno spazio vitale per i cagnolini e quella di restituzione delle tasse a cittadini appetibili sotto il profilo elettorale. Gandolfi aveva — appunto — denunciato il risvolto di visibilità elettorale. Entrambe le volte, dai banchi della maggioranza si espresse vibrtata protesta: cosa che capiamo benissimo, perché lorsignori sono per la cultura dell’ascolto (condivisione, partecipazione, ammucchiata istituzionale), sono contro la dialettica degli opposti e alieni le mille miglia dalla cultura del disprezzo per le gherminelle elettorali. (Noi invece riteniamo che la diversità sia il sale della terra e disprezziamo le sparate mediatiche, quale che sia la direzione delle postazioni di tiro.)
    Bene: per la seconda volta, la dott.ssa Serra ha detto: «Ohibò, ma che c’entra, Cavagna il Giovane non è certo in cerca di visibilità, tanto più di visibilità elettorale, anche perché mancano tre anni alle elezioni». Secondo me non è un gran ragionamento, anche perché in questo momento Locatelli, guarda caso, profittando del momento favorevole, sta cercando di costruire la Nuova destra curnense. Ma non fa niente, soprassediamo.
    Il punto cruciale viene adesso. Gandolfi dice: «Può esserci la preoccupazione elettorale, anche tre anni prima. Può esserci, altro che. Del resto, quando lei era all’opposizione, dott.ssa Serra, anche lei…».
    Dice a questo punto la dott.ssa Serra: «No, semmai io tre anni prima mi proccupavo di mettere a punto una strategia…» (penso che intendesse la scuoletta di partito; ma, ripeto, la cosa è inessenziale). «Del resto» — prosegue la Serra — «in questo momento sto preparando la mia successione, fra tre anni. Non ho certo intenzione di fare il sindaco a vita, ogni cosa ha un principio e una fine e mia aspirazione, fra tre anni, è fare la nonna».

    Che dire? Da un lato mi dispiace, perché avere che fare con la Serra, fra tre anni, sarebbe stato poco più che fare una passeggiata, tutta in piano. La Serra è un avversario fin troppo facile, impedrettata com’è. Più facile di lei ci sarebbe solo il Max Conti, qualora volesse porre la sua candidatura: ma, al punto in cui sono arrivate le cose, non credo che gli converrebbe. Anche lui è impedrettato, ed è meno coriaceo della Serra.
    Anche la dott.ssa Gamba, che è stata data finora come possibile candidata alla successione, penso che abbia realizzato una sua sostanziale non idoneità: la carta aziendalista, che sembrava all’inizio vincente, è ormai — con rispetto parlando — sputtanata. Oggi come oggi non c’è più il solo Aristide a proclamare che si scrive manager e si legge monager. Lo sputtanamento dei manager, e non soltanto dei grossi manager, è ormai mondiale. Senza contare poi che, come aziendalista, la dott.ssa Serra è molto più credibile della Gamba, se non altro per via del piglio deterministico.

    D’altro canto, penso che i curnensi meriterebbero qualcosa di meglio che i pensierini politicamente corretti della Serra, i quali risultano sempre più controproducenti, considerata l’insistenza parossistica con cui la Serra si impegna a propinarcene sempre di nuovi. All’inizio servivano per dare un veste politica alla strategia di Vito COnti. Voglio dire, cioè, che erano una sovrastruttura attendibile di una struttura che comunque non andava messa in discussione. Ma, avendo la Serra superato la misura, quella sovrastruttura diventa ingombrante e mal si adatta alla struttura.
    Dunque, quand’anche fosse un avversario più temibile, un candidato sindaco che fosse uomo di sinistra non farlocca non potrebbe che essere salutato con gioia da noi, per via dell’amore che portiamo al popolo. Dico di più, qualora quell’uomo fosse un uomo di conseguenza, non sarebbe più visto come un avversario, ma come un alleato: addirittura! Sì, ma dovrebbe essere un uomo di conseguenza: cioè un amico del popolo, come è stato Gandolfi. Cioè uno che invece di piegarsi alle prepotenze degli attori del territorio (operatori economici, rappresentanti delle Associazioni ecc.) fosse sempre schierato dalla parte del popolo, e non di chi fa la voce grossa.
    Ed ecco la domanda delle cento pistole: può il gruppo che ha espresso Vivere Curno e che domani forse subirà un’ennesima metamorfosi, sotto altra denominazione, può accettare di essere rappresentato da qualcuno che è completamente estraneo a queste logiche? Premesso che ognuno ha la sua storia, ma voi ve lo immaginate uno come Aristide che accetti di stare in mezzo al gallinaceo clamore di chi ha sete di pensierini politicamente corretti? Di chi è intrinsecamente egoista e vivendo di stipendi pubblici non si cura di togliere il pane di bocca all’Italia che lavora e alle generazioni future? Di maestrine che pensano che la Scuola di Stato sia uno stipendificio? Di gente che non sa rispettare la diversità (l’unica diversità ammessa essendo quella degli Lgbt, che infatti vogliono omologare, perché non sia più diversa), e che così facendo non hanno nemmeno rispetto per se stessi, perciò non tengono in nessun conto la libertà? Per dirla in poche parole, di gente che continua a trastullarsi con il malefico concetto di “società civile”?

    Ultima considerazione (considerato che non abbiamo le fette di prosciutto agli occhi): e se invece i serrani, una voce, chiedessero alla Serra di ricandidarsi? Ovviamente, come Napolitano, lei non potrebbe dire di no. Sarebbe la Donna della provvidenza. “Donna” da “domna”, cioè domina, cioè Signora. Nostra Signora dei Curnensi.

  17. Litania permalink

    …Nostra signora dei Curnensi, ora pro nobis.

  18. Altra ghiotta notizia

    Sempre nella seduta di Consiglio comunale di ieri 5 febbraio, abbiamo appreso che si è dato vita a una Commissione cultura: cosa che, per un libertario come me, è come un pugno in un occhio. Ma come osano occuparsi di cultura? Che fanno, la mettono “a norma”? Dobbiamo dunque aspettarci leggi, precetti, cacate carte, condivisioni? Sparate solipsistiche come nella commissione Pgt dove imperversava un urbanista dilettante, molto pretenzioso? Vade retro!
    Ora, io non dico che — a livelli di serità e di comptenza — non si possa e non si debba ordinare niente, a livello culturale. Ma è ridicolo che dilettanti incauti, senza alcuna consapevolezza delle proprie carenze culturali, in proporzione diretta alle carenze medesime, vengano a proclamare, in nome della cultura: facciamo questo e facciamo quello! Per favore, non fate niente! Vuoi vedere che la Commissione Cultura auspicherà la trasforamzioen del Bibliomostro in un Centro polivalente di Cultura del Territorio? Mamma mia!
    Un conto è la Scuola di Stato, che — fra l’altro — secondo noi dovrebbe tornare al rigore della scuola di Gentile (mutatis mutandis, ovviamente), con i professori che insegnano e gli studenti che studiano. Senza perdersi nella burocrazia: quel tanto di burocrazia che è necessario sia svolto da coloro che provano l’insano gusto di essere burocrati, lasciando in pace i professori. Anche i burocrati sono necessari, purché vivano nel loro limbo.
    Nella scuola, in quella vera, è giusto — invece — che ci sia una struttura istituzionale: cioè un ordinamento degli studi che, guarda caso, è quello che si è voluto scardinare. La scuola italiana è stata distrutta allorché si è rinunciato a una cernita rigorosa dei professori, quando si è rinunciato alla sverità di giudizio scolastico e quando, per gettare il fumo negli occhi, si è cominciato a massacrare gli studenti con iniziative extrascolastiche, con nuovi argomenti a capocchia ecc.
    Ma le commissioni cultura? A Curno? A che cosa vogliono mettere mano? Giù le mani dalla cultura, cari signori!

    Nota – Al bando per la commissione cultura hanno risposto sei persone soltanto. Una di queste è il MArcobelotti. Gli altri non li conosco. Poiché la Commissione sarà pascolata da Paola Bellezza, immagino che il MArcobelotti si troverà a dover fare una capriola culturale, dal Pedretto-pensiero al MArtha-pensiero, nel senso di MArtha Nussbaum la «vestale del politicamente corretto», la paladina degli Lgbt. È prevista la condivisione obbligatoria. Auguri, Marcobelotti!

    • Marco Belotti permalink

      Le farò un ampio e dettagliato sunto. Sono curioso più di lei!

      • Trotsky Leon permalink

        Con Vanni Maggioni come componente….auguri sig. Belotti!
        Vi inculcherà il suo moderno pensiero vetero sindacalista CGLlino e vi strabilierà parlandovi della corazzata Potemkin, che sollazzo

      • Ricordi e sogni permalink

        Secondo me stanno organizzando un lgbt parade per le strade di Curno. Aspettiamo il sunto con estrema curiosità…
        [Lei dice che vedremo il Marcobelotti vezzosamente cinto di un boa di piume di struzzo viola, come il sindaco panormita Leoluca Orlando Cascio? Sì, “Leoluca Orlando Cascio”, l’amico di padre Sorge, quello che si faceva fotografare in compagnia della guardia del corpo con la mitraglietta sulla pancia. Così giustamente diceva Cossiga, perché il padre di Leoluca, si chiamava Orlando Cascio, era un avvocato di mammasantissima e un notabile democristiano. Dunque, perché Leoluca (il nome del patrono di Corleone) si perde il Cascio per strada? N.d.Ar.]

      • Marco Belotti permalink

        La autorizzo a spararmi se dovesse succedere…

        • Cacciare il diavolo nell’inferno • Il fantasma del Pedretti si aggira per Curno?

          Cioè, nel caso in cui lei partecipasse alla Commissione cultura con un boa di struzzo vezzosamente avvolto al collo? Tenga presente, però, che così agghindato lei piacerebbe all’intellettuale del gruppo, al maiuscolettatore che fu del Pedretti il topanta, così come il Pedretti fu il topanta del Calderoli (anzi, lui vuol far credere di esserlo ancora: ma è tutto da verificare). Il quale — voglio dire il maiuscolettatore — entrò due giorni fa in Aula consiliare, parlottò col giornalista anglorobicosassone Traìna (con l’accento sulla “i”, perché il cognome è siciliano e così si pronuncia in Sicilia), venne ammonito da un presente per il disturbo che recava e se n’andò imbronciato, non senza aver salutato il pubblico con la manina protesa, il palmo essendo ritto sul polso e agitato in modalità “gaia”.
          Comunque, sia ben chiaro, io non sparerei mai contro un Lgbt, nemmeno contro un neo-Lgbt, indottrinato attraverso l’assunzione di “buone prassi” iniettate a cura del Collettivo MArtha Nussbaum di Curno. Semplicemente gli direi: se tu hai in dispetto la prima F, sappi che non sono d’accordo, anzi io ritengo che alla prima F si debba togliere tanto di cappello. Però va bene, tu Lgbt preferisci quell’altra roba, quel diavolo che il buon Dio diede ai maschietti, e che li tormenta, inducendoli a «cacciare lo diavolo nello Ninferno», come c’insegna la novella del Boccaccio, quella del monaco Rustico e della vergine Alibech. Si badi bene: nello Ninferno della vergine (oddio, mica tanto inferno: ma se il monaco Rustico diceva ad Alibech che lei aveva l’inferno, parlava così avendo in mente una precisa strategia scopereccia). Secondo noi, secondo Boccaccio e secondo il monaco Rustico, in quel dolce inferno — appunto — si dovrebbe cacciare lo diavolo, non nel tafanaio di un maschietto. Però, va bene: tu Lgbt, o neo Lgbt, hai fatto le tue scelte, tu preferisci il tafanaio mascolino. Concesso: ma perché appecorarti ai lugubri cortei dei gay pride? Goditi allora il tuo Ninferno, se te ne càpita l’occasione, ma con dignità, in silenzio, senza quei colori sgargianti, senza esibizione di nudità flaccide e gambe improsciuttite.

          Sì, ma noi dal Marcobelotti vorremmo sapere quale sia la posizione della sezione Omar Perico di Curno al riguardo del Pedretti. Posizione sobria? Il fantasma del Pedretti si aggira per Curno? Ah bè, sì bè: volevo ben dire.

    • A.d.G permalink

      Egregio prof. Aristide,

      mi permetto di dissentire alla sua affermazione che ci sia un “tanto di burocrazia necessario”. La quantità di burocrazia che serve al cittadino per lavorare, produrre, divertirsi, per vivere insomma, è pari a zero. Ogni quantità superiore creerà ostacoli alle azioni qua sopra, peggiorando la sua qualità della vita e il benessere dell’individuo, quando non esproprierà con la forza parte del guadagno sudato e meritato, a vantaggio del sostentamento della burocrazia stessa. Perciò la burocrazia è un ostacolo al benessere e alla libertà dell’individuo.
      Lei ha una grande padronanza del linguaggio, perciò escludo che con il termine burocrazia lei intendesse l’amministrare il bene comune, vero?
      [Secondo Montesquieu, la cui opera, ‘L’Esprit des Lois’, non a caso fu posta all’Indice, avversata egualmente da giansenisti e gesuiti, esistono tre poteri fondamentali, quello legislativo, quello esecutivo e quello giudiziario; inoltre questi tre poteri devono essere separati (qui sta lo scandalo). Il termine “burocrazia” (cioè, potere degli uffici) fu coniato due anni dopo la pubblicazione dell’opera di Montesquieu, per indicare l’insieme di funzionari che di fatto operano alle dipendenze di quei poteri, senza tuttavia essere egemoni nei singoli ambiti di potere.
      Max Weber, con riferimento all’amministrazione prussiana, arrivò a vedere nella burocrazia l’espressione di un’organizzazione razionale dello Stato moderno. Oggi vediamo nella burocrazia — sono d’accordo con lei — uno Stato nello Stato, un Leviatano, un mostro da abbattere. Questa è l’accezione negativa della burocrazia alla quale lei fa riferimento, e a questa burocrazia, alle sue smodate pretese, dobbiamo muovere guerra. Per parte mia teorizzo da tempo la necessità d’instaurare un regime di terrore antiburocratico: tre anni contro la burocrazia di Stato, due anni contro la burocrazia delle aziende private. Perché esiste anche una burocrazia nelle aziende private: i monager che coglionano gli azionisti.
      Ciò premesso, francamente, non so che gusto ci sia ad amministrare, ma — questo è il mio pensiero — per fortuna c’è gente che gode a fare queste cose: che lo facciano, purché non alzino la cresta.
      Proviamo adesso a vedere le cose in una prospettiva storica. Io dico che non possiamo mettere sullo stesso piano, per esempio, la burocrazia del’Impero romano, quella napoleonica e austroungarica, quella della Repubblica di Venezia, con tutti i loro difetti e le loro rigidità, da un lato, e la burocrazia dell’Italia odierna, dall’altro. Rimanendo in Italia, la burocrazia dell’Italietta giolittiana e la burocrazia fascista erano meno spietate della burocrazia d’oggi. Il popolo è sempre stato sfruttato, mai come oggi è sfruttato dalla burocrazia.
      N.d.Ar.]

      Disprezzo profondamente, e ci tengo a ribadirlo, tutto quello che viene imposto con l’impostura della condivisione forzata e, di conseguenza, l’idea di istituire una commissione comunale sulla cultura. La cultura si professa con l’esempio e gratuitamente, non si può organizzare, altrimenti diventa essa stessa strumento di coercizione e di indottrinamento, l’obiettivo del mitico Ministero della Cultura Popolare.
      In assoluto sono un profondo sostenitore della libera iniziativa, non della condivisione collettivistica delle associazioni. D’altronde, le associazioni che hanno bisogno l’un l’altra già sono in “rete” tra loro, senza che ci debba essere un facilitatore di relazioni, magari di quelli cattocomunisti che vogliono fare bella figura e basta!
      A proposito di cattocomunisti, di benessere del cittadino condivisore forzato e di belle figure, trovo sul sito del comune di Mozzo, e mi permetto di segnalare, il secondo “comunicato del Sindaco di Mozzo” (udite udite!) con i nomi dei nuovi assessori, al posto della eliminata Terzi e del dimissionario ( 6 giorni dopo l’articolo di bg news!!) Sironi.
      http://www.comune.mozzo.bg.it/servizi/notizie/notizie_fase02.aspx?ID=4287
      Grazie della consueta ospitalità,
      A.d.G.

  19. Massimo permalink

    La tranquillizzo subito.
    Per il momento, caro Aristide, non è nell’elenco delle priorità inserirla in una lista elettorale per il 2017. Ammesso e non concesso che le interessi.
    [Candidarmi io? Troppo anarchico per avere la pazienza di ciucciarmi le riunioni, i capriccetti, i protagonismi, le commissioni. Non ho mai invidiato il Gandolfi, quand’era sindaco, proprio perché costretto a mediare, ad ascoltare, in base al principio cosiddetto “democratico”. Quello per cui un cretino vale quanto uno intelligente. E siccome è cretino, e sa di esserlo, è pronto a usare ogni sotterfugio sleale, pur di prevalere, e di fatto il più delle volte prevale. Le persone intelligenti sono mediamente molto più leali, questo è risaputo. Ma ci sono anche i grandi criminali dotati di grande intelligenza, e anche questo è risaputo. Tuttavia il danno dei piccoli stupidi criminali è enorme, non va sottovalutato. A livello politico, poi, il grande criminale ha bisogno dei piccoli criminali, compresi quelli potenziali: per esempio gl’impiegatucci abituati a obbedire, che da un momento all’altro possono diventare feroci aguzzini, se richiesti da un’autorità. Questo è dimostrato da numerosi esperimenti di psicologia, ripetuti in tutte le parti del mondo, e il risultato era sempre quello. N.d.Ar.]

    La Dott.ssa Serra intende fare la nonna? Legittima aspirazione.
    Non intende fare il sindaco a vita?
    Condivido in pieno. poi è la legge stessa a porre un freno. Massimo 2 mandati.
    [Quindi, può candidarsi benissimo a un secondo mandato. N.d.Ar.]

    Naturalmente un progetto di lista civica è in continua mutazione inclusiva sopratutto. Molti nuovi elementi si pongono alla ribalta.
    Infatti la contestazione della Signorina Carrara circa la presenza di quasi tutti candidati riconducibili alla precedente esperienza è fasulla e facilmente confutabile
    Su 10 candidati in lista ben 8 non avevano esperienze.
    Per la Precisione Vitali, Catteruccia, Gamba (Stefania e Luisa), Rizzo, Cavagna, Bellezza e Colombo.
    Restano Benedetti (mai stato Assessore però) Conti e il Sindaco.
    E’ nell’ordine naturale delle cose quindi un continuo rinnovo nei gruppi e nelle esperienze civiche.
    [Eh no, un conto è l’avvicendamento dei candidati, altro è la sostituzione con destrezza del “brand”, come si dice in linguaggio coglione. Per esempio da Insieme per cambiare Curno a Vivere Curno. N.d.Ar.]

    Quanto alla Dott.ssa Serra valuterà lei stessa.
    Io di fronte ad atteggiamenti come quelli tenuti ieri dal duo Carrara Cavagna credo che valuterei.
    Ci sono probabilmente modi assai migliori di investire il proprio tempo che ascoltare (ed essere costretti a farlo) una quantità simile di scempiaggini e banalità.
    Le cose però cambiano e a conoscerle bene hanno mille e mille significati significati.
    La Dott.ssa Serra è una fresca e tonica Donna mi vien da dire nel pieno della sua vitalità.
    E credo che nel 2017 sarà ancora tra le persone in lizza.
    Non credo di sbagliare, come non ho sbagliato previsioni in passato
    Le idee si cambiano in fretta e le parole vengono spesso interpretate in modo distorto.
    [Io non ho interpretato niente. Ho riportato quel che ho sentito in Aula consiliare. E — come lei, a quanto pare — non ho preso per oro colato quel che ha detto la dott.ssa Serra. La quale potrà sempre dire che, effettivametne, lei avrebbe voluto ritirarsi, ma che poi ha accettato la candidatura dietro reiterata insistenza ecc. Ma se la Serra si ricandida, in rappresentanza delle maestrine, degl’impiegati fanigottoni, della anime belle, degli attori del territorio ecc., per noi resistenti è grasso che cola. Ripeto: qualora invece al posto della Serra — per uno di quelgi imprevedibili scarti della Storia, o della microstoria curnense, che pure ci sono — resuscitasse a Curno una nuova sinistra, in rappresentanza non più delle maestrine ma dei lavoratori che lavorano e dei giovani che vorrebbero lavorare, qualora questa sinistra fosse rappresentata da un uomo di conseguenza, il quale, facendo il Discorso delle membra (quello di Menenio Agrippa) inducesse gl’impiegati fanigottoni a smettere di mettere il bastone fra le ruote alle riforme vere, ebbene io considerei costui un mio rappresentante. Ma, evidentemente, sto sognando. N.d.Ar.]

    Giusto un anno e mezzo fa si è dimesso (per iscritto) un locale segretario di partito senza che nessuno se ne sia nemmeno mai accorto. Alla fine ha finito regolarmente il suo mandato e ne ha iniziato pure un altro.
    Lei che ama gli aziendalismi [Non li amo, li studio: per combatterli. N.d.Ar.] comunque saprà che in tutte le aziende del mondo per le posizioni chiave è sempre predisposto un “piano di successione” che nel 75% dei casi non scatta nemmeno mai.
    Si rilassi e mi creda. Perlita Serra è e sarà un osso molto duro.
    [Sì, è determinata. Una volta si diceva “La politique d’abord!”, cioè, “La politica, innanzi tutto”. Adesso: “La détermination d’abord!”. N.d.Ar.]

    E inoltre capace e onesta.
    [Capace, ma solo nelle cose che le interessano. Non so se si possa definire “capace” colui che trascura i suoi doveri. Come la mettiamo con l’evasione etica? N.d.Ar.]

    Poi se vuole trovare lei un piano di successione lo proponga pure. Forse se ne vedono diverse.
    [Vedi il mio sogno, qui sopra. N.d.Ar.]

    Femminucce e pure maschietti. Ce n’è per tutti i gusti.
    [Cioè: Lgbt? Beh, se uno è alloscopante ed è intelligente, fa quel che gli pare e non s’intruppa nei cortei Lgbt. N.d.Ar.]

  20. Borghetto permalink

    Non so a Curno ma a Mozzo sono il peggio del negativo della tradizione democristiana.Leggete il comunicato del sindaco,io non ho resitito a tanto è stucchevole e pomposo,mieloso, da nausea.
    I due assessori presi con gentilezza a calci in culo
    Questi arrivano da un altro pianeta e dovevano innovare?
    http://www.bergamonews.it/politica/cambi-giunta-mozzo-pendesini-e-gasparini-i-nuovi-assessori-185255

    • La politica prostatica del nuovo che avanza

      Stupendo questo passaggio della prosa del sindaco di Mozzo (vedi Bergamo news, cit.):

      Ritenevo il tecnicismo indispensabile e un punto di forza, diversamente mi sono reso conto che è assai più importante saper coinvolgere, condividere e collaborare, dentro e fuori il Municipio, nel progettare e nel realizzare.

      E poi giù a scrivere: la condivisione di qui, la condivisione di là. Se uno non è scemo e ha un minimo di orecchio, capisce al volo che gli attori del territorio e alcuni potentati (non dite il Pd, altrimenti si offendono!) hanno fatto la voce grossa con il sindaco e che a lui non è rimasto che abbassare le orecchie, mettere la coda fra le gambe, fare gli occhi tristi e lanciare tutti i segnali di sottomissione che gli etologi hanno studiato e catalogato (i lupi che mostrano di volersi sottomettere, giudicando ìmpari la lotta con il lupo dominante, gli offrono la gola; il lupo dominante rinuncia ad azzannare, ma il dominato rinuncia a dire la sua). Il sindaco si sottomette, ergo condivide.
      La dialettica degli opposti? La tesi, l’antitesi e la sintesi? Quando mai! Meglio l’appecoramento.
      È evidente l’analogia con il caso curnense, con questa differenza però: a Curno, la dott.ssa Serra impone la condivisione, o quanto meno la teorizza, sperando d’imporla (al posto della Serra, io sarei un po’ meno baldanzoso, perché la sindachessa sta tirando troppo la corda; se Vito Conti non la tiene a bada, finisce che la corda si spezza); a Mozzo, invece, il Pelliccioli subisce la condivisione.

      Un’altra analogia Mozzo / Curno riguarda l’improntitudine, il parlare a vanvera, senza pesare il significato delle parole. A Curno, a dir la verità, la Serra sta molto attenta a come parla, perché non vuole essere impallinata da Nusquamia, che lei dice di non leggere (in Consiglio comunale ha detto, l’altro giorno, rivolta a Gandolfi: «Conigli mediatici? Che cosa sono?». Come se non sapesse che questa pagina s’apre con un articolo sul maxiconiglio mediatico serrano). Dunque l’analogia non è tra il Pelliccioli e la Serra, ma tra il Pelliccioli e Cavagna il Giovane, l’assessore “ggiovane-ggiovane” che fa una politica prostatica, e le spara grosse, anche lui, come le vecchie ciabatte politiche della Prima Repubblica.
      Diamine, ma se ne rende conto, il buon Pelliccioli? Lui dice: «Ritenevo il tecnicismo indispensabile e un punto di forza». Lui ritiene veramente che il “tecnicismo” sia un metodo corretto per affrontare i problemi (anzi, una “metodologia”, come si dice in linguaggio coglione, perché si ritiene che “metodologia” sia meglio di “metodo”). Cose da pazzi! Si legga il buon Pelliccioli la definizione del vocabolario:

      Tecnicismo – Il prevalere, nei processi produttivi artistici o letterarî e nelle loro realizzazioni, delle regole tecniche rispetto alla creatività e al gusto personale (è termine usato sempre con una connotazione negativa o comunque limitativa).

      Non posso che rivolgere anche al Pelliccioli l’invito che ieri rivolgevo a Cavagna il Giovane: studiate, ragazzi! e pensate, prima di parlare! E preparatevi. Basta con la politica-spettacolo, per giunta improntata all’etica sanguinaria della Maria De Filippi («Maria la sanguinaria» è una definizione di Dagospia).

      • Politicamente corretto

        P.S – Scusate, mi è venuto un dubbio. Non è che parlando di politica prostatica (per indicare metaforicamente il vecchio, anzi il vecchiume: spero che i prostatici non si offendano) sono venuto meno ai canoni del politicamente corretto? La prostatite è una malattia senile, d’accordo, ma una malattia che attrista la sola popolazione maschile. Ora mi viene il dubbio che il Collettivo Martha Nussbaum di Curno [*] abbia a ridire e mi rimproveri: perché la prostatite sì, e il prolasso dell’utero no? Va bene, voi femministe potete dire quel che volete, ma ancora non avete gli strumenti giuridici per impormi la vostra neolingua. E quando li avrete, io sarò morto, finalmente, e non potrete farmi niente. Siamo arrivati a questo: augurarsi la morte per sfuggire alle sanzioini del politicamente corretto. Ah! Vae vobis!

        ————————————
        [*] Il Collettivo è finalizzato all’inculcazione nei cittadini delle buone prassi femministe e Lgbt, in modalità di condivisione forzata.

    • Moss de Sura permalink

      Ho letto il comunicato, grazie della segnalazione. A me fa arrabbiare tutta questa facciata tutta bellina, proprio da preustù nel senso brutto del termine. Quarcià zo e sorridere, impustùr! Hanno litigato? Che dicano chiaro perché hanno litigato! Ci dicano i motivi per cui si manda via una assessoressa ( assessore, assessora o come si dice) gentile e capace! È proprio una compagine da oratorio. Li ho votati, soprattutto per la ragazza Terzi che ho sentito parlare in tempo di elezioni ed era brava e capace, conosce bene il suo campo! Dopo anni di dominio della signora Sandra ci voleva una giovane e che ascolta. Ho creduto che essere dell’oratorio era una qualità, mentre così capisco che era tutta una presa in giro. Ma che interessi hanno? Perché non lo spiegano a tutti i cittadini, come la storia della sicurezza e della pattumiera? Parlavano tanto di condivisione e partecipazione della gente, ma dove?? Stanno maneggiando i nostri soldi, cavoli!! Ci devono rendere conto!

  21. Scegliete voi il Pedretti che più vi piace: col puntolino o con il trattino?
    Vogliono emarginare il Pedretti, ma non hanno il coraggio di sanzionarlo. Lui — giustamente — non ci sta

    Abbiamo visto che il circolo curnense della Lega nord dispone di un bloghetto (ufficiale), un po’ scassato e fermo al luglio 2013. Per rintracciarlo fate clic su questo collegamento ipertestuale:
    Bloghetto scassato della Lega nord
    [Indirizzo esplicito:http://leganordcurno.com/ ]

    Invece i profili di Prosopobiblio (Facebook) della Lega nord sono due. Il primo è aggiornato e porta la dicitura “Facebook ufficiale”, nonché l’impronta — direi — di MArcobelotti:
    Prosopobiblio della Lega nord di Marcobelotti
    [Indirizzo esplicito: https://www.facebook.com/leganordcuren; ci potete arrivare digitando nella finestrella Google ‘Facebook ufficiale Lega nord Curno’: ma in testa è probabile che troviate l’altro Prosopobiblio, quello pedrettesco; quindi, insistete nella lista dei nessi che vi vengono presentati]

    Il secondo profilo non è aggiornato, è fermo al febbraio 2013, è — direi — d’impronta pedrettesca e non vuole morire:
    Prosopobiblio della Lega nord di Robertopedretti
    [Indirizzo esplicito: https://www.facebook.com/leganordcurno; ci si può arrivare digitando nella finestrella di google ‘Facebook Lega nord Curno’]

    La notizia è che anche il Pedretti ha due profili di Prosopobiblio: uno con il trattino, l’altro con il puntolino. Quello con il trattino è il più facile a trovarsi: si digita sulla finestrella di Google ‘Roberto Pedretti Facebook Lega nord’ e vien fuori subito. Eccolo:
    Prosopobiblio pedrettesco con il trattino
    [Indirizzo esplicito: https://www.facebook.com/pages/Roberto-Pedretti/100126231147 (però può darsi che un altro giorno non sia più valido, quindi se non ci arrivate facendo clic sul nesso ipertestuale, digitate le paroline nella finestrella di Google, così andate sul sicuro]

    Questo Prosopobiblio, se il Pedretti fosse Aristotele, si direbbe il Prosopobiblio essoterico (con due “s”), cioè per tutti, più equilibrato. Più genuinamente pedrettesco, con apprezzamenti pesantucci è l’altro Prosopobiblio, quello con il puntino: quello cioè, esoterico (con una “s”), destinato agli intimi. Ecco il nesso ipertestuale:
    Prosopobiblio pedrettesco con il puntino
    [Indirizzo esplicito: https://www.facebook.com/roberto.pedretti; per arrivarci dalla finestra di Google provate a digitare ‘Facebook roberto.pedretti’: ma attenzione, perché c’è un altro roberto.pedretti, con il punto]

    Il rapporto Cavagna il Giovane / Locatelli
    Il prosopobiblio ufficiale della Lega nord ha pubblicato il volantino che sarà distribuito domenica dal Nuovo centrodestra locatelliano (“a cura del Gruppo consiliare Lega nord – Curno oltre”: ma esiste? non ancora ma, in ogni caso, con tanti saluti a CLaudio Corti, usato e gettato). Invece, per quel che ho visto, non esiste (ancora) il Prosopobiblio di Curno Oltre. Vedremo se riusciranno a fare qualcosa di meglio del più che ridicolo Laboratorio delle idee. Se ci scrivono il Quantile o Cavagna il Giovane (che un po’ somiglia al Quantile) sarà una pacchia.
    In ogni caso, Prosopobiblio o no, il dominus è Locatelli, che è anche attore del territorio, come abbiamo mostrato nella pagina precedente (si veda: Crisi del mattone? Però a Curno c’è una ripresina), nonché ex assessore fedifrago dell’Amministrazione Gandolfi. Infatti, perché sia ben chiaro chi comanda, è presente un articolo a piena pagina del Locatelli «personalmente in persona». Cavagna il Giovane è presente in fotografia, è la faccia “ggiovane ggiovane” da mostrare in pubblico. La sua funzione, per il momento, è di non far esporre troppo il Locatelli, dal quale è indottrinato: poi vedrà il Locatelli che cosa fare del Cavagna. Lui, Cavagna il Giovane, ci sta e ambisce: ma non credo che riuscirà a rottamare Locatelli, considerato che la sua funzione è di apparato. Inoltre la sua determinazione invece di facilitare una sua maturazione lo porterà fuori strada. Avrebbe bisogno di buoni maestri, come il medico che diceva Socrate, che somministra la medicina amara, ma fa guarire il malato. Cavagna il Giovane invece pensa che la partecipazione al Consiglio comunale sia un po’ come una comparsata al Grande fratello, dalla quale molti giovanottini di aspettano tanto. Ma quanti poi raggiungono quelle loro mete (fra l’altro, dal mio punto di vista, libertario e d’uomo d’onore: mete merdose), quanti poi non si sono rovinati? Hanno usato e gettato Claudio Corti, all’occorrenza non avrebbero difficoltà a usare e gettare Cavagna il Giovane.

    Il rapporto Pedretti / Locatelli / Marcobelotti
    Com’è noto, Locatelli fu sodale del Pedretti, nell’Amministrazione gandulfiana rappresentava insieme con Fausto Corti la quinta colonna del Pdl, alleata con il Pedretti contro il Gandolfi: dapprima in maniera strisciante, poi sempre più esplicitamente, fino al defenstramento del sindaco del buon governo, al quale defenestramento il Locatelli partecipò, in qualità di assessore di Gandolfi! Però direi, dallo stile, che il Pedretti è stato tagliato fuori dall’iniziativa di questo volantino. Ma il Pedretti non ci sta ad esser tagliato fuori, vuol dimostrare che “Il Pedretti c’è”. E allora che fa? Va al Prosopobiblio della Lega nord, copia e incolla il volantino nei suoi due profili, quello essoterico e quello esoterico (con il trattino e con il punto).
    La conclusione è evidente: il Pedretti è diventato ingombrante, a Curno, e non solo. Ma non lo si può toccare, per via del filo rosso che passa per i tre Roberti: Roberto Pedretti, Robero Maroni e Roberto Calderoli. A Curno sperano che il Pedretti si stanchi, considerato che ha altre gatte da pelare. Ma il Pedretti ha sette vite, non demorde. Posso dire la mia? Poiché la sobrietà mi dà il voltastomaco, disprezzo il tradimento e ho orrore dell’ingratitudine, questa volta sto con il Pedretti. In particolare, penso che Locatelli avesse più di un motivo di gratitudine nei confronti del Pedretti.
    Per ragioni analoghe, in quanto uomo d’onore — pur al di sopra dei latrocinii della prima Repubblica, sia ben chiaro — stavo con Craxi, quando lui era ad Hammamet. Speravo che lui vuotasse il sacco, tanto più che diceva di avere un poker d’assi, e sicuramente era vero. Ma i suoi avversari avevano anche loro un poker d’assi, un altro poker d’assi, ancora più potente. Craxi rimase ad Hammamet.

  22. Scendere dal pero permalink

    risposta per Stefano P.
    Stefano, mi vien da chiederti in che paese vivi, anzi in quale pianeta?
    Sono le 23.45 del 7/2 e Marco Belotti, il segretario di sezione della Lega di Curno, non ti ha ancora dato una risposta.
    Una risposta, come divertito e di tocco leggero, ha fornito ad Aristide quando si parlava di abbigliamento fru fru.
    Ma per te silenzio.
    Cazzo, ma anche tu hai una fantasia, o bimbo che sei!
    Vedi, Marco Belotti, l’erede di Foresti (nel solco della tradizione a quanto pare), non è in grado di darti una SUA risposta.
    Perchè? O bimbo mio, ma su una questione aulla quale giustamente tu l’interroghi, lui non può proferire parola, in piena autonomia e resposabilità (potrebbe farlo dopo quanto ho scritto ma non è la stessa cosa che averlo fatto da subito). Lui non è autorizzato ad esprimersi sui fatti pedretteschi.
    [Al solito, la parola d’ordine è “sobrietà” che, declinata nel linguaggio della politichetta di Curno, è sinonimo di ipocrisia, fuga dai problemi che scottano, gioco di destrezza per non dare risposta alle contestazioni dell’unica opposizione esistente a Curno, che è opposizione in quanto portatrice di un pensiero critico, contro il pensiero unico serrapedrettista. Ma, soprattutto, è sistematico coglionamnto dei cittadini, finché perlomeno il gioco non apparirà in tutta la sua turpe sostanza, finché il popolo non scoprirà che il re è nudo. È sobrio il coacervo serrano, che spera di farla franca sull’evasione etica della quale porta pesantissima responsabilità. È sobrio il Locatelli, che vorrebbe farci dimenticare che fu impedrettato fino al collo e che spera, con risultati risibili, che noi si veda soltanto la sua protesi mal congegnata, cioè Cavagna il giovane, e non che cosa c’è dietro la protesi, cioè Locatelli. È sobrio Marcobelotti, che si sforza di presentare sul palcoscenico della politichetta curnense uno spettacolo che ha dell’incredibile, proprio a Curno: il Pedretti non si tocca, e non se ne deve parlare, però la Lega 3.0 è il “metodo” e Salvini è il suo profeta. Eh no: la Lega nord a Curno, sotto la guida del Pedretti, ha tramato contro i cittadini di Curno, smpre sotto la guida del Pedretti ha avuto un calo pauroso di consensi, e il Belotti ci invita a esser sobri, e fa il sobrio lui stesso? Non siamo per niente sobri, per parte nostra. E se il MArcobelotti vuol esssere sobrio, faccia pure, ma noi esigeremo il dazio. N.d.Ar.]

    Da chi dovrebbe essere autorizzato MArco Belotti a parlare? Guarda, Stefano, che nella migliori delle ipotesi, dopo che ha letto il tuo commento, ha sentito nell’ordine: Pedretti, il quale ha sentito Belotti Daniele (segretario provinciale) che a sua volta ha sentito Calderoli.
    Ma, bimbo mio, in un paese come Curno che in vent’anni di Pedretti e lega alla Calderoli come credi che girino le faccende?
    Pedretti ricordato come un bau bau del territorio, un perfetto gregario per i suoi superiori, ha scorrazzato in lungo e in largo collezionando episodi non proprio da ricordare positivamente, nè per lui, nè per il suo partito, nè per i cittadini.
    Eppure è ancora in giro. Sì, è vero, non proprio a testa alta, il perchè del suo girovagare non è nel suo presente e ancor meno nel futuro, il motivo della sua persistenza è sicuramente legato con il suo passato.
    Tanto da portarsi di domenica mattina a bere un caffè in piazza a Curno assieme a Calderoli, forte legame il loro, chissà dei due chi veramentechi detiene il manico della loro unione.
    Stefano P. mettiti il cuore in pace, la presenza di tali personaggi non lascia prefigurare niente di buono per il futuro della lega, sicuramente non il nostro.
    Domenica vai al ritiro per tuo figlio e prova informarti se sono a conoscenza di personale preparato a dovere per benedire certe anime perdute, senza pensare di arrivare ad un esorcista.

    p.s. Marco Belotti, nella peggiore delle ipotesi, o gli è venuto un colpo e i sudori freddi o ti ha mandato a cagare per la domanda posta, procuratrice di troppi pensieri e guai per lui.
    E non dimenticare che rimane sempre e comunque “l’infermiere Marco Colgate Belotti di gran croce” titolo insignito direttamente da Calderoli stesso.

  23. Le “buone prassi” LGBT? In linguaggio coglione si dice “best practices”: secondo i sigg. burocrati fa più fino

    Trascrivo il brano qui sotto riportato da un documento dell’Anci / Lombardia, dove Anci sta per Associazione nazinale dei Comuni italiani (presidente: Piero Fassino). Anci è “istituzionale”, dunque tremate e portate rispetto alla burocrazia comunale. Ecco dunque il preclaro esempio di prosa burocratica e sciacquettistico-progressista:

    Obiettivo della Rete [Ready] è di individuare e diffondere politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender realizzate dalle pubbliche amministrazioni a livello locale, contribuire alla diffusione delle best practices su tutto il territorio nazionale e supportare le pubbliche amministrazioni nella realizzazione di attività rivolte alla promozione e al riconoscimento dei diritti delle persone LGBT.

    Ricordo che Curno ha aderito alla rete Ready e che non ci è mai stato spiegato né in che cosa consistano queste “buone prassi” (o best practices, in linguaggio coglione), né quali siano i diritti delle persone Lgbt. Noi non ci nascondiamo dietro un dito e affermiamo che i diritti delle persone Lgbt sono quelli stessi sanciti nella Carta dei Diritti universali dell’Uomo: dell’Uomo, appunto, con la “U” maiuscola, cioè di tutti gli uomini. Neghiamo che gli Lgbt possano avere diritti speciali. Affermiamo che se qualcuno offende i diritti di un uomo, quale che sia il sesso autentico o farlocco e quale che sia il suo orientamento sessuale, è doveroso, da parte di chi ne è a conoscenza, metterne al corrente l’autorità di pubblica sicurezza e giudiziaria. Se invece nessuno li offende, non vedo perché a Curno — e in altri Comuni pseudoprogressisti — ci si agiti. Ricordo infine che quando proprio a Curno il Pedretti si fece promotore di una provocazione contro i residenti di religione islamica, andando contro l’art. 18 dei Diritti dell’Uomo, i similprogressisti curnensi tacquero, furono evasori etici. La dott.ssa Serra, addirittura definì il Pedretti capro espiatorio. Quello era un caso concreto di tentativo di violazione dei diritti dell’Uomo, e ci fu indifferenza. Riguardo agli Lgbt, il pericolo di violazione dei diritti è astratto, ma ci si agita.
    Ebbene, noi disprezziamo questo modo strumentale di agitarsi o di non agitarsi, secondo le convenienze del momento.

  24. Domani, domenica 9 febbraio, occhio al gazebo del “nuovo gruppo consiliare” (Lega nord + Curno oltre): sì, ma senza farsi ingannare dalle apparenze. Contano i dettagli. Ci vuole l’occhio di Maigret

    Se siete a Curno, date — vi prego — un’occhiata la gazebo.
    La prima cosa da osservare è se c’è il Pedretti.
    a) Se non c’è, vuol dire che non soltanto non è gradito, ma che hanno anche trovato il modo di tenerlo alla larga. Però, come non mi stanco di dire da tempo, non basta “tradire” il Pedretti: occorre un rito di espiazione, occorre che la Lega nord chieda scusa ai curnensi (anche la Serra, ovviamente, anche Locatelli; in generale, tutti gl’impedrettati dovrebbero impetrare venia ai curnensi).
    b) Se il Pedretti c’è, non siate ingenui, ma osservate bene. Guardate la faccia del Pedretti, se è tirata o baldanzosa; e se è baldanzosa, esaminate il tipo di baldanza. Non limitatevi a guardare i lineamenti del volto, osservate tutti gli altri segnali del linguaggio corporeo, compreso l’uso ossessivo dei gingillini, che significa imbarazzo e manifesta volontà di mascheramento.
    Ma ancora non basta, non basta guardare il Pedretti. Occorre osservare bene:
    b1. Il Locatelli, che è il dominus di questo tentativo d’insignorimento della cosiddetta destra curnense. Con una certa intelligenza politica, il geometra curnense, già sodale del Pedretti nella quinta colonna antigandulfiana, già assessore fedifrago, ha pensato di profittare del crollo del Pdl curnense, fino a non molto tempo fa guidato stancamente e in modalità schettina da Stella, per insignorirsi del pacchetto elettorale globale del Pdl, dando a intendere di essere l’erede universale. Dando inoltre per scontato che i pacchetti elettorali siano cosa sicura, non soggetta a erosione, come un gruzzoletto di franchi svizzeri. (Il che è tutto da dimostrare: questo è quel che credono anche i similprogressisti.) Secondo noi quello del Locatelli è un bluff, ma l’esempio di Berlusconi dimostra che il bluff paga, o quanto meno finora ha pagato, nel senso che ha portato buoni risultati (nel caso di Berlusconi: risultati pingui, ma non credo che sarà questo il caso del Locatelli). Oltretutto il Locatelli è un miniattore del territorio, diciamo un Berluschino. Il gioco di destrezza messo in atto dal Locatelli consiste nell’aver trovato un accordo con la fasciofemminista Sara(h) Carrara e nell’aver dato un calcio nel deretano a Claudio Corti (che è stato ringraziato) e a Daniele Consolandi (non so se sia stato ringraziato), al posto dei quali sono succeduti Cavagna il giovane (che fa quel che vuole Locatelli) e Sara(h) Carrara, che fa quello che vuole lei, soprattutto nel segmento di mercato responsivo a iniziative fasciofemministe. A quanto pare, la Sara(h) Carrara ha rinunciato all’ipotesi di schierarsi con la sempre ggiovane Giorgia Meloni (lei sarà ggiovane anche a sessant’anni), come lascerebbe pensare il suo passato politico: per rendere possibili le nozze mistiche fra l’ala formigoniana del Pdl e l’ala monarchico-risorgimentale del Saffioti, ha preferito portarsi nell’area berlusconiana. Ma che cosa ne pensano gli elettori, anzi gli ex-elettori? Boh!
    b2. Il Marcobelotti, in particolare se è presente il Pedretti. Ma se anche si baciano sulla bocca, alla maniera russa, non fidatevi, dovete guardare i particolari, e su quelli ragionare.
    b3. La protesi del Locatelli, Cavagna il Giovane: dovete osservare se guarda negli occhi soltanto Locatelli, o anche qualcun altro e chi.
    b.4 La Sara(h) Carrara: se la trovate particolarmente euforica, vuol dire che il Locatelli è stato costretto a prometterle che candidato sindaco del Nuovo centrodestra curnense è lei. Ma, ovviamente, non è detto che Locatelli mantenga la parola.

    Dicevo che occorre guardare questi personaggi con l’occhiio di Maigret. Spiegare che cosa esso sia non è facile. Ma guardate in questa meravigliosa riduzione televisiva d’antan del romanzo di Simenon Una vita in gioco, come Maigret studia l’ex studente RAdek, una specie di Raskol’nikov dostoevskijano trasportato negli anni trenta del secolo scorso. Tenete presente che Radek era un genio, e che il vostro còmpito è molto più facile. Il dialogo tra Maigret e Radek è al minuto 36.

    Se v’interessa vedere tutta la riduzione televisiva, con un po’ di pazienza potete ricuperarla tutta, su You tube. Avendo visto la cassetta Vhs non so quante volte, e letto il romanzo con molta cura, posso dire che la riduzione televisiva, sul piano espressivo, è superiore al romanzo. Fra l’altro, la riduzione televisiva scioglie un’incongruenza presente nel romanzo.

    Coraggio, dunque, impariamo a mettere in mutande i nostri avversari facendo buon uso degli occhi (e delle orecchie), ma soprattutto affinando l’occhio della mente.

  25. Curno, 9 febbraio: il gazebo del Nuovo centrodestra curnense unito (?) in piazza della Chiesa
    Pedretti e Sara(h) Carrara giocano d’astuzia e “non ci mettono la faccia”

    .
    “Metterci la faccia” è un’espressione pedrettesca, della quale il politico territoriale collassato ha abusato, finché è stato il baubau di Curno. Invece questa volta non abbiamo visto la faccia del Pedretti al gazebo con cui il Nuovo centro destra unificato di Curno si sforza di accreditare una sua nuova immagine: senza Pedretti, ma con il fantasma del Pedretti. Il Pedretti infatti era presente, ma come fantasma. Al gazebo, quando abbiamo affrontato l’argomento dell’indegnità etico-politica del Pedretti, ci siamo sentiti dire:
    1. “Ma la provocazione alla c.d. moschea è una cosa vecchia!” (Perché? Ammettiamo che uno si trovi in carcere ingiustamente. Poi si scopre che è innocente. A questo punto, poiché è una cosa vecchia, lo si lascia in carcere?)
    2. “Non m’interessa!” (Sì, capisco che non t’interessi, e che tu abbia l’interesse a far dimenticare le tue responsabilità. Il che vale anche per Cavagna il Giovane, che ha ereditato le responsabilità pedrettesco-pentastile, come — si parva licet… — Giovanni Paolo II ereditò la responsabiltà del processo a Galileo, ed ebbe il coraggio di chiedere scusa. In ogni caso, interessa a me, soprattutto interessa ai curnensi che sono stati usati in apparato, fatti segno a una possibile guerra di religione, che il cinico politico territoriale non si peritò di scatenare — anche se poi la cosa non andò a effetto – per avere misera, squallida e vituperevole visibilità alle elezioni regionali del 2010.)
    3. “Tutti gli uomini politici fanno così” (Non è vero, gli uomini politici non saranno stinchi di santo, ma c’è modo e modo. Un conto è se calpesto un callo a qualcuno, altro conto se gli assesto una coltellata.)
    (Ma sarà vero che questo nuovo centordestra è unificato? Secondo noi, questa recente iniziativa ha tutta l’aria di essere una volata, una fuga in avanti, del Locatelli, con un occhio alle segreterie provinciali dei pariti, per quel che contano, cioè sempre meno, molto più che ai cittadini curnensi. Ci sono le elezioni europee in vista e acquisire meriti a Bergamo può aiutare ad avere la partita vinta a Curno, in ambito partitico, ovviamente, e solo in quello.)
    Cioè, il Pedretti è d’accordo con l’iniziativa del gazebo, tant’è che nei suoi due profili di prosopoblio concede il suo alto patrocinio all’iniziativa, come il Presidente della Repubblica, dal Pedretti definito “terrone”, nei confronti delle amanifestazioni di rilievo culturale e alto valore simbolico. (Si dice “manifestazioni”, e non “eventi”: “cazzo!”, con rispetto parlando, ovviamente. Possibile che l’italianista curnense Fausto Corti non intervenga mai a difendere la lingua italiana?) Però nonostante l’alto patrocinio, il Pedretti non ci mette la faccia.
    Spiegazione: trattasi di astuzia salvinesco-bobomaronita, un po’ levantina a dire il vero, per cui sul Pedretti deve calarsi una cappa di silenzio, nella speranza che alle europee i curnensi abbiano la memoria corta e votino come pecoroni per la Lega, con la prospettiva di ritrovarsi il Pedretti fra i piedi. Ma il Pedretti non si tocca, del Pedretti non si deve parlare, così dice quell’intelligentone di Salvini. Ma non ci dice perché. Come se non l’avessimo capito: il fatto è che quel filo rosso che passa per le tre R, per i tre Roberti (Pedretti, Maroni e Calderoli) non s’ha da recidere. Altrimenti, se lo si recide, il Pedretti s’incazza e saranno “mentule acide”, per le altre due R.
    Per questa ragione Marcobelotti, attuale segretario del circolo curno-leghista Omar Perico, alla vista di Gandolfi e Aristide si è defilato, per non rispondere alla domanda, ovvia, che sapeva che gli avremmo rivolto: “E il Pedretti?”. Marcobelotti ha preferito delegare la funzione di rappresentanza all’intellettuale del Nuovo centrodestra curnense, a quel Tarcisio Foresti, di gloriosa scuola pedrettesca. Il quale ci ha intrattenuto con la consueta facondia, con dovizia di spunti di riflessione stimolanti sul piano culturale, dipiegando inoltre uno spessore dottrinale che ci ha allocchiti (nel senso che ci ha sbalorditi, come allocchi, per giunta in presenza di Locatelli il cui nome, in base a una paraetimologia, peraltro accreditata, deriva da “loc”). Fra gli spunti di riflessione che ha voluto regalarci, come usava il filosofo romano-cordubense Seneca quando scriveva al suo Lucilio, ne riferisco uno: «Stai attento, Aristide, ché sei messo male. Io ti ho avvertito». Beh, al confronto l’irascibile Quantile è un damerino incipriato.
    Sentire Foresti a Curno e ricevere questo “buon consiglio” è come essere in un giardino fiorito, in un posto meraviglioso, per esempio a Fontaine-le Vaucluse, in Provenza, avere per le mani le Lettere a Lucilio di Seneca, e leggere una di quelle piccole massime di saggezza, con le quali il filosofo stoico aveva l’abitudine di sigillare le sue missive:

    Interim quoniam diurnam tibi mercedulam debeo, quid me hodie apud Hecatonem delectaverit dicam. ´Quaeris´ inquit ´quid profecerim? amicus esse mihi coepi.´ Multum profecit: numquam erit solus. Scito esse hunc amicum omnibus. Vale.

    Cioè:

    Frattanto, poiché ti devo il mio piccolo contributo quotidiano, ti dirò il pensiero che oggi mi è piaciuto in Ecatone. “Tu chiedi quali progressi abbia fatto?” egli scrive, “Ho cominciato ad essere amico di me stesso.” Ha fatto un grande progresso: non sarà mai solo. Sappi che tutti possono avere questo amico. Stammi bene.

    Ecco, dico io: ma se uno ha la fortuna di frequentare a Curno uno come il Foresti, perché perdere il proprio tempo a leggere i filosofi, i classici del pensiero, i grandi romanzi della letteratura francese e russa, perché questa ostinata ricerca della verità, perché questa cura eccessiva per l’onore, per l’integrità etica? Il Foresti, a Curno, è la soluzione universale. Beato il Nuovo centro destra unificato (unificato quanto?) che può valersi dei lumi di questo valoroso intellettuale pedrettesco! E che, quando mai ne avesse bisogno, può rivolgersi per consiglio a quell’altro intellettuale di vaglia, al Quantile, nonché alla sua cugina racchia Talìa. Proprio nati con la camicia, questi curnodestri.

    Si segnala inoltre l’assenza della fasciofemminista Sara(h) Carrara. Assente perché non voleva essere osservata? Aveva una strategia di riserva? (Ma chi gliele scrive, queste strategie?) Comunque, la sua assenza non ci meraviglia, lei è una specialista delle assenze, come quando il 17 marzo 2012 si doveva votare il Pgt, lei era assessore dell’Amministrazione Gandolfi, ed era anche presente, ma si ricordò – al momento della votazione – di avere un impegno a Milano. Sarà anche vero, per carità, anzi mi dicono che lei aveva annunciato questo impegno. Ma noi, che secondo i similprogressisti dovremmo occuparci solo delle cazzate ufficiali, perché altrimenti i nostri sarebbero “attacchi personali” (e il principio di responsabilità individuale? Boh!), noi ben ci guardiamo dall’affermare che ci trovassimo, allora, in un caso di applicazione della tecnica dell’uccellino a cucù. Però ci domandiamo (sarà permesso, o no?) se fra i due impegni, quello di Milano, e quello curnense, per cui la fasciofemminista avrebbe dovuto posticipare la partenza per Milano di un quarto d’ora, fosse più importante quello milanese. Comunque, tutto fu consumato a norma di cacata carta, per carità.
    Senza contare che, nel gioco delle cacate carte noi siamo sempre perdenti. Ma ce la caviamo in altri giochi, che poi non sono neanche giochi, sono cose serie (lasciatemelo dire, una volta tanto): sono quella serie di eventi (questa volta è corretto parlare di “eventi”) che ci consentono di volgere all’indietro lo sguardo senza dover implorare, o pretendere d’imporre, il diritto all’oblio. Merda!

    • Stefano P. permalink

      Io mi aspettavo una risposta dal segretario di sezione della Lega Nord di Curno Marco Belotti per le mie domande, non certo da lei Aristide,comunque grazie
      Credo comunque di aver capito alcune cose ma non tutto.Non ho capito se lei e il sig.Gandolfi avete avuto modo di parlare con Marco Belotti, o l’avete in qualche modo evitato.
      [Abbiamo avuto la precisa impressione che Marcobelotti preferisse evitarci, sia in piazza, sia anche in seguito, quando occasionalmente ci siamo incrociati in un bar. Lasciando il bar, ho lanciato un segnale di avvicinamento, ho detto “Riconosco l’infermiera!” (lo stesso Marcobelotti aveva stampigliato sotto la foto della consorte la scritta “L’infermiera”, nella serie di carte per tarocchi pubblicate dal Pedretti. Infatti, la consorte ha lavorato, appunto, presso il conte zio, il quale è ‘per intervalla insaniae’, non dimentichiamolo, dentista.). Mi è stato risposto “Esattamente”. Ed è finito lì. In piazza, Marcobelotti se ne stava in disparte, lontano, affidando il compito degli onori di casa, come ho scritto, all’intellettuale organico Tarcisio Foresti, uomo di pronto ingegno e grande dottrina. Peccato che mancassero Quantile e il gatto padano doc, ché si sarebbe messa su una bella squadra di cervelli fini. N.d.Ar.]

      Fossi stato io il sig.Belotti avrei preso occasione per dare spiegazione a voi sulle faccende del sig. Pedretti, altrimenti mi vedo costretto, con l’uso della logica, a pensare che chi si è firmato “scendere dal pero” ha ragione nelle sue drastiche spiegazioni.
      Da parte mia, sarò un po’ ingenuo, ma una cosa non mi sfugge, a parole e sui siti la Lega Nord di Curno cerca un rilancio, organizza un gazebo e permette a un signore come Foresti di presenziare.
      il sig.Pedretti era dunque assente ma anche a me è evidente che il sig, Foresti è una sua emanazione, oserei dire una sua creatura visto tutto quello che si legge su di lui e i suoi modi.
      Mi sembra un bel contro senso, certe persone con il loro modo di fare tengono lontana la gente e i voti.
      Marco Belotti, riassumendo è un segretario succube del sig.Pedretti o aveva solo timore di voi?
      Delle due nessuna è una buona condizione per un segretario di partito, come persona non ne esce bene, e vien da pensare (se è vero che sua moglie è l’infermiera del senatore Calderoli) che ricopre quella carica perchè è una disposizione interna di comodo al sig.Pedretti.
      Avevo dubbi per il mio voto, ma se penso che esistono persone che si prestano di facciata per coprire l’operato poco esemplare di altri, sono giochi di bassa politichetta che non si addicono alla mia idea di impegno politico per un paese, anche se di un piccolo paese come Curno, e l’Italia intera sembra purtroppo una grande Curno, quando va bene perchè sappiamo che in giro c’è di peggio.
      Ma per me non è una consolazione e ne sono dispiaciuto

  26. Massimo permalink

    L’ho incontrata anche io, lungo la Via Marconi. Ma non ha risposto al saluto.
    Perchè?
    E io chi sono, il figlio della serva?
    [Mi sembra strano: rispondo sempre al saluto, anche da parte di persone che non conosco (mi capita sovente, devo avere sosia in giro: forse ho avuto un antenato non Lgbt, scopatore-procreatore accanito?). Se non ho risposto al saluto, egli è perche dovevo essere soprappensiero (con due “p”, per il fenomeno di raddoppiamento sintattico), ‘nescio quid meditans nugarum’, cioè “rimuginando non so quali cose di poco conto”, come Orazio, ma senza pretendere di essere Orazio. N.d.Ar.]

    • Rik permalink

      Aristide, persona educata e signore nei modi, ricambia sempre il saluto a differenza di molti.
      Credo proprio che non l’abbia vista, non mi spiego altrimenti.
      [Sul resto non mi pronuncio, ma è vero che non ho visto il Massimo. Io saluterei anche il Pedretti, non fosse che lui abbassa sempre gli occhi, tutte le volte che incrocia il mio sguardo. In Consiglio comunale, saluto tutti i similprogressisti, sempre che non facciano finta di non vedermi, come fanno finta di non leggere Nusquamia. Se vedessi Chiara Leydi, io la saluterei, senza punto curarmi di influssi esoterici, ai quali peraltro non credo: sono tutte balle N.d.Ar.]

      Mi perdoni la domanda: perché viene a raccontare questo fatto qui?
      Lei è risentito del mancato saluto in risposta e crede che sia da persona educata esternare questo futile motivo ai lettori di Nusquamia?
      Un suo minuscolo pretesto per mettere in discussione una persona rispettabile come Aristide?
      Se i suoi intendimenti sono questi, lei e i suoi modi non sono da signore, poco ma sicuro.
      Ma che figuro meschino, si vergogni.

    • Ora stipsi? permalink

      E viene anche a dircelo?
      Ma chi ti caga!?
      ma và a ciapà i rat!

      [Questa è un po’ forte, però. Quando il Pedretti dice così (o peggio), si trova subito il modo di giustificarlo: “Eh, ma lui è fatto così! Lui è autentico, lui è territoriale, lui è ruspante!”. A noi invece non si perdona niente. Aspettiamoci reprimenda. Però un giorno bisognerà pur fare un discorso sul fatto che i nostri avversari si sono ritenuti in diritto di usare qualunque tipo di sotterfugio e slealtà, mentre noi abbiamo sempre combattuto lealmente. Hanno profittato della nostra lealtà per colpirci, forse — addirittura! — si sentivano intelligenti, pensavano che non ci accorgessimo di niente, o che non fossimo abbastanza “audaci”, visto che noi certe cose non le abbiamo mai fatte, certe alleanze non le abbiamo mai strette. Per esempio, avevano le loro entrature presso il giornalismo anglorobicosassone, le hanno usate spudoratamente, non si sono dati un limite. Hanno una mentalità aziendalistica, ma delle aziende miserabili, aziende di rapina e di truffa, la mentalità della terra bruciata: fai il “pacco” e poi fuggi. Ma se si comportano slealmente, non sanno che si espongono a patire un male ancora peggiore, in base al diritto di rappresaglia? N.d.Ar.]

  27. Lettore 26 permalink

    Forse Aristide conversava con le sue puttane, cioè i suoi pensieri. Non ricordo quale fosse l’ illuminista che diceva: ” i miei pensieri sono le mie puttane “. E tu Massimo come ti permetti di disturbare un illuminista come Aristide, quando è in piacevole conversazione con le sue puttane? Se tu fossi un galantuomo avresti dovuto evitare di salutarlo per non essere inopportuno. Un cultore della prima f non farebbe mai una gaffe del genere. Per questa volta ti perdoniamo, ma la prossima volta non disturbare più.

    • Diderot, Il nipote di Rameau (Le neveu de Rameau), che s’inizia con queste parole (ne avevamo parlato su Nusquamia):

      Qu’il fasse beau, qu’il fasse laid, c’est mon habitude d’aller sur les cinq heures du soir me promener au Palais-Royal. C’est moi qu’on voit, toujours seul, rêvant sur le banc d’Argenson. Je m’entretiens avec moi-même de politique, d’amour, de goût ou de philosophie. J’abandonne mon esprit à tout son libertinage. Je le laisse maître de suivre la première idée sage ou folle qui se présente, comme on voit dans l’allée de Foy nos jeunes dissolus marcher sur les pas d’une courtisane à l’air éventé, au visage riant, à l’oeil vif, au nez retroussé, quitter celle-ci pour une autre, les attaquant toutes et ne s’attachant à aucune. Mes pensées, ce sont mes catins.

      Cioè:

      Che faccia bello o brutto tempo, è mia abitudine andare, verso le cinque di sera, a passeggio nei giardini del Palazzo reale: sono colui che si vede sempre solo, pensoso, sulla panca d’Argenson. M’intrattengo con me stesso di politica, di amore, di cose d’arte o di filosofia; abbandono lo spirito alle più libere divagazioni; lo lascio padrone di seguire la prima idea saggia o folle che si presenti, allo stesso modo che si vedono, nel viale di Foy, i nostri giovanotti dissoluti seguire i passi di una cortigiana dall’aria svagata, dal viso ridente, l’occhio vivace, il naso all’insù, lasciar questa per un’altra, attaccandole tutte senza impegnarsi con nessuna. I miei pensieri sono le mie puttane.

      Scrivevamo in proposito, qualche tempo fa, qui su Nusquamia:

      La “determinazione”, come oggi va per la maggiore, cioè una miscela turpe di caparbietà e superbia, è comunque sgradevole — anche maleducata, direi — oltre che nella donna, anche nell’uomo. La donna perde la femminilità, l’uomo perde la virile compostezza che è ottima cornice di un pensiero razionale: tale compostezza è ben descritta nell’incipit del Nipote di Rameau, di Diderot, che ci presenta un uomo non determinato che passeggia tutti i giorni per i giardini di Palais Royal, Parigi, e — dice — “i pensieri sono le mie puttane”. Solo che oggi pare che ci siano più donne “determinate”, che uomini.

  28. Lettore 26 permalink

    Interessante, grazie sig. Aristide, vi leggo sporadicamente, alcuni articoli non ho mai fatto in tempo a leggerli, non sapevo che ne aveste già parlato, bello, veramente bello, complimenti, avevo capito che lei è un illuminista, sono contento di aver avuto nel mio piccolo un’ idea che lei aveva già approfondito qui su Nusquamia. Seguivo abbastanza da vicino l’ Amministrazione Gandolfi attraverso L’ Eco e Bergamonews.
    Ci tengo a precisare che ho sgridato Massimo soltanto per scherzare. Anche se sulle puttane non si scherza, almeno così diceva sempre Gandolfi quando era Sindaco, che poi se non ricordo male fu l’unico insieme a Corti a votare contro quella cagata di delibera che voleva la Carrara sulla Villa d’ Almè Dalmine per impedire l’esercizio della professione. Va bene, si vede che lei è una santa. Gandolfi diceva che Gesù preferiva frequentare le puttane piuttosto che i sepolcri imbiancati. Allora adesso chiedo a Gandolfi. Cosa vuol dire? Che la Serra, la Morelli e la Carrara, che votarono a favore della delibera anti-puttane, in realtà sono sepolcri imbiancati?

    • No, non sepolcri imbiancati, ma “politicamente corrette”: molto peggio. Preferisco le comari del paesino di sant’Ilario, nella canzone Bocca di rosa. Quelle sono rompicoglioni, è vero, e la povera Bocca di rosa — quella santa! — ne sapeva qualcosa. Però le comari hanno anche una funzione di controllo sociale, come in generale le vecchiette pettegole.

      Funzione sociale delle vecchie pettegole
      Dove abito io c’era gran numero di vecchiette, sempre con gli occhi sulla strada, osservavano tutto e spettegolavano, non c’è dubbio. Ma intanto esercitavano una notevolissima e più che utile funzione di cani da guardia. I romani chiamavano gli schiavi instrumenta vocalia, cioè strumenti di lavoro dotati di voce (mica tutti dicevano così, però: si leggano le parole di Seneca in proposito). Ebbene per me queste vecchette erano canes catenarii vocales, cioè cani da guardia dotati di voce.


      .

      Ricordo della malefica sciura Rusina, quella vera
      Insomma, riconosco la funzione sociale di queste vecchiette, non ce l’ho con loro. Faceva eccezione però una mia dirimpettaia, la sciura Rusina (proprio così: mi sono ispirato a lei per creare la mitica sciura Rusina curnense, un pardigma efficace della vecchia da irrorare abbontantemente col Flit, all’occorrenza, quando urla troppo e rompe i coglioni. Questa sciura Rusina tritiense era veramente malefica, somigliava alla Nineta della canzone di Ivan Della Mea, El me gatt:

      L’è malmostosa, de bruta cera,
      e l’ha g’ha on nas svisser e gross
      vedella in gir fa propi péna
      e tucc i fioeu ghe dann adoss.

      In realtà quella sciura Rusina dirimpettaia la chiamavo “la vecchietta a cucù”. Aveva infatti l’abitudine di affacciarsi alla finestra di continuo, tutte le scuse erano buone. Si affacciava e urlava, chiamando questo e quello. Con le due mani spalancava bene le imposte delle persiane, tanto per rompere meglio i coglioni le faceva sbattere, si affacciava tutta (senza purtroppo mai cadere) e urlava, urlava…
      Il povero marito, un tramviere pensionato che aveva prestato servizio sul Gamba de legn, nella tratta fra Trezzo e Milano (fino a piazza Aspromonte, una piazzetta di alberghi a ore, a una stella, con intensissimo via vai di puttane, fin dalle prime ore del pomeriggio), le dava fastidio in casa, perciò era sempre in giro con una specie di barboncino bianco, vecchio come lui. Il cane gli somigliava in tutto e per tutto, pisciava sulla ruota della mia automobile (forse, di notte, anche il padrone pisciava sulla ruota della mia automobiile). Ma io lo lasciavo fare, perdonavo tutto, sapendo la sua compassionevole condizione di vittima di una donna malefica. Facevo così per solidarietà antifemminista.
      La sciura Rusina fece morire quel suo marito-martire abbastanza presto, forse non era nemmeno tanto vecchio, come sembrava. Gli sopravvisse per buoni quindici anni, forse venti: gli arraffò la pensione, e ne parlava male: lei, la vecchia putida baldracca!

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